Towers of Aghasba Recensione
Towers of Aghasba entra con il suo EARLY ACCESS un mercato molto competitivo e decisamente saturo. I survival builder con mappe open world sono innumerevoli, specie nel panorama PC dove hanno conquistato un’ampia fetta di pubblico che però deve ora essere convinta da qualcosa per dare una chance al tuo prodotto.
Serve una scintilla, qualcosa di speciale che separi il tuo gioco dagli altri. Di recente vi ho parlato di uno dei migliori esempi di survival builder degli ultimi anni, quando ho scritto le mie impressioni sulle prime ore di gioco di Forever Skies. Towers of Aghasba è all’altezza o rischia di perdersi tra i migliaia di competitors?
Towers of Aghasba Recensione è avventura di ricostruzione e scoperta che ha bisogno di puntare di più sull’esplorazione
Ciò che mi ha attirato verso questo gioco, sin dal trailer presentato durante una delle conferenze di questo Summer Game Fest, è come sembrasse puntare molto sull’esplorazione. Difatti ci sono varie meccaniche prese direttamente dal titolo open world più incentrato sull’esplorazione più celebre di sempre, cioè The Legend of Zelda Breath of the Wild.
La nostra protagonista può arrampicarsi su qualsiasi superficie, facendo sì che l’esplorazione open world sia veramente libera, e ha a propria disposizione varie versioni di deltaplani che può usare per spostarsi in aria.
Il sistema di combattimento basato sulle armi distruttibili è qualcosa di comune nel genere, ma può funzionare particolarmente bene in un contesto dove creatività ed esplorazione la fanno da padrona.
Detto ciò, il gioco è in realtà molto più un builder che un survival o un titolo d’avventura. Il focus è sin da subito quasi esclusivamente sulla ricostruzione delle isole di Aghasba e non sull’esplorazione di queste ultime, nè sulla gestione delle risorse.
Poco survival, molto gathering
La protagonista di Aghasba non ha una barra dell’energia da gestire, non ha una barra della fame (il cibo funge da semplice cura per la barra HP) e non subisce alcuna penalità nel caso di sconfitta. L’unica preoccupazione del giocatore è quella di trovare materiali per costruire e gestire un inventario decisamente troppo piccolo.
La fase esplorativa è estremamente limitata, sia dal fatto che mancano tutte quelle scelte intelligenti di game design che rendono l’esplorazione di altri titoli divertente, sia perchè le mappe son essenzialmente tutte un ammasso di sabbia e rocce fino a quando non le si “ricostruisce”.
Il focus è quindi fortemente centrato sulla parte building e gathering del gioco. Fortunatamente, in questo il titolo fa un buon lavoro.
Ricostruisci…la natura?
La gimmick principale di Towers of Aghasba è che la ricostruzione non è prettamente architetturale. C’è una parte di ricostruzione di villaggi, città, santuari e rovine sparse, ma la parte interessante è quella che riguarda l’ambiente naturale dell’isola.
Al tuo arrivo in una nuova zona, troverai solo sabbia e rocce, la natura stessa morta e consumata dagli Avvizziti, principali minacce alla vita della protagonista. Per rendere il posto più fruttuoso servirà risvegliare gli alberi maestosi che riporteranno vita alla zona.
Per farlo bisognerà gatherare i materiali necessari a far crescere l’albero e intraprendere una serie di attività correlate alla convivenza tra uomo e natura. La principale valuta del gioco è infatti l’Armonia, la quale sale compiendo azioni che contribuiscano all’espansione di flora e fauna (come piantare alberi, dare da mangiare agli animali o uccidere Avvizziti).
Di contro, l’Armonia cala qualora si facciano azioni atte a distruggere la natura in cambio di risorse. Anche solo tagliare gli alberi per avere della legna conta come un’azione che diminuisce l’Armonia e senza di essa non si possono attivare i teletrasporti, non si possono espandere le zone naturali e si ha accesso quindi a molte meno risorse.
Insegnare tramite una meccanica
Il messaggio di Towers of Aghasba è quindi molto chiaro e a sfondo naturalistico. Il titolo cerca di insegnare cosa significhi convivere con la natura, senza limitarsi a dire “non uccidiamo e non consumiamo niente”, una morale irrealistica e molto ingenua.
Invece l’Armonia spinge a trovare un’equilibrio tra ciò che diamo alla natura e ciò che prendiamo per sopravvivere e prosperare. Se tagli tutti gli alberi, avrai un sacco di legna per costruire le città, ma queste saranno circondate solo da sabbia e Avvizziti.
Se invece ti concentri solo sul far crescere la natura, avrai un’isola splendida, ma nessuna risorsa per costruire e (purtroppo solo a livello di storia) la tua tribù soffrirà la fame. Trovo che questo concept sia il principale punto di forza di Towers of Aghasba e che le solite basi da builder lo aiutino…ma non abbastanza da arrivare ad essere discreto.
Proprio grazie all’ottima idea dell’Armonia, mi sono venute a mancare le meccaniche da classico survival. Quanto sarebbe stato più interessante essere obbligati a gestire meglio l’Armonia mettendo delle barre della fame o cose simili a fare da contrappasso?
Per ora troppo semplice
Il punto quindi è che Towers of Aghasba è un sufficiente Builder, con delle buone idee…ma per ora decisamente troppo semplice. Si tratta di un’inizio sul quale il team dovrà costruire nel tempo, certo, ma ciò che posso valutare è ciò che ora è disponibile.
Bisogna dire che il team ha fatto dei grossi passi in avanti a livello di Quality of Life, anche in pochi giorni, quindi il supporto è attivo ed efficiente. Tuttavia Aghasba è un po’ una scommessa ora come ora, potrebbe sbocciare e diventare qualcosa di speciale o rimanere nella sua semplicità e restare soffocato in un mercato decisamente saturo
Tower of Aghasba ha un buon concept, una possibile scintilla, tuttavia il team deve lavorare ancora sul metterla in risalto. Attualmente si presenta come un builder competente e che sa divertire, ma decisamente troppo semplice a livello di meccaniche.
Towers of Aghasba sa divertire ma ha bisogno di evolvere un po' con gli aggiornamenti
Pro
- Ottimo concept
- Il gameplay loop funziona
Contro
- Molto semplice
- L'inventario minuscolo è un problema