Dragon Quest 3 HD-2D Recensione

Recensito su PlayStation 5

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A poco più di una settimana dal nostro ultimo provato, con questo Dragon Quest 3 HD-2D Recensione siamo pronti a sviscerare il remake di un gioco leggendario, che porta finalmente sugli schermi moderni uno dei giochi più famosi e apprezzati della serie e, proprio per questo motivo, anche uno dei più attesi dell’anno.

Dragon Quest 3 HD-2D Recensione | Il nuovo inizio della saga di Erdrick

Se avete già letto la mia ultima anteprima rischio di essere ripetitivo, ma a beneficio di chi invece si stesse approcciando per la prima volta al gioco tramite questa recensione è importante fare un breve cappello introduttivo su cosa rappresenta Dragon Quest 3 HD-2D. Il gioco infatti arriva sul mercato prima dei rispettivi capitoli numerati 1 e 2 e potreste quindi chiedervi se è effettivamente possibile iniziare a giocare da qui.

La risposta sintetica è sì, e anzi dovete farlo, perché originariamente il terzo capitolo fungeva proprio da prequel alle vicende narrate nei due titoli precedenti, e per riportare in vita una delle storie più famose ed importanti dell’intero franchise gli sviluppatori hanno deciso questa volta di rispettare l’ordine cronologico degli eventi piuttosto che quello della sua prima uscita, mantenendo però al contempo la nomenclatura originale.

La storia di Dragon Quest 3 HD-2D è infatti l’inizio di una grande epopea che si suddivide in ben tre capitoli, conosciuta storicamente come la trilogia di Erdrick, con gli ultimi due che usciranno il prossimo anno all’interno dello stesso disco (o schedina che sia) e permetteranno così di mettere la parola fine all’avventura che inizia proprio con questo titolo.

La minaccia dell’Ultrademone Padramos

Anni fa, il grande eroe Ortega disse addio a moglie e figlio per partire in missione contro il malvagio Ultrademone Padramos. Ortega purtroppo fallì nella sua missione e Padramos continua tutt’oggi a minacciare il mondo. Ora, al suo sedicesimo compleanno, l’unico figlio di Ortega viene convocato dal re di Aliahan per continuare la missione del padre e sconfiggere il malvagio Padramos, salvando così il mondo dall’oscurità.

Sono queste le premesse narrative di Dragon Quest 3 HD-2D, che ci mette nei panni della progenie del leggendario eroe Ortega per continuare la sua missione ed evitare che il mondo sprofondi nell’oscurità. Nulla di troppo originale, certo, ma Dragon Quest non è mai stato famoso per la profondità della sua trama e il titolo è comunque in grado regalare qualche sorpresa.

Il team di sviluppo ha inoltre approfittato delle molteplici possibilità offerte dall’operazione di remake per migliorare il più possibile l’esperienza del giocatore, e non parlo solo dal punto di vista artistico e tecnico: lo studio ha infatti inserito anche nuove sezioni di trama per arricchire ulteriormente la storia del titolo, dove tra tutte spicca sicuramente la storyline inedita dedicata proprio a Ortega, padre del protagonista.

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L’Eroe dovrà viaggiare in lungo e in largo per assolvere la sua missione.

Remake sì, ma conservativo

Dragon Quest 3 HD-2D è a tutti gli effetti un remake, e il titolo non ha infatti subito solamente un restauro grafico ma è stato completamente ripensato dal punto di vista dell’esperienza utente, dell’accessibilità e ovviamente del gameplay. Dall’altra parte, però, è anche importante sottolineare come il design originale dell’opera sia stato mantenuto quasi nella sua totalità, tanto nel bene quanto nel male.

Accessibilità è la parola d’ordine

Il gameplay di Dragon Quest 3 HD-2D, come già accennato, è stato rinnovato praticamente in ogni suo aspetto e il team ha lavorato molto durante per rendere l’esperienza generale quanto più possibile al passo con i tempi, inserendo tanta modernità pur mantenendo per molti aspetti inalterate le solide fondamenta su cui poggiava il capitolo originale.

Rispettando infatti il tradizionale mix di esplorazione e combattimenti che ha fatto la fortuna dei videogiochi di genere JRPG negli anni ’80 e ’90, Dragon Quest 3 HD-2D propone la stessa struttura del titolo del 1992, con tre caratteristiche principali: una gigantesca mappa del mondo da esplorare in lungo e in largo, piccole e variopinte cittadine con le loro popolazioni e le loro regole, e combattimenti casuali nel mezzo.

Ed è proprio su questi aspetti che l’opera di ammodernamento condotta da Square Enix e Spike Chunsoft risulta più evidente e marcata, soprattutto per quanto riguarda i combattimenti causali che rappresentano ancora oggi una parte molto importante dell’esperienza e che vi accompagneranno per diverse ore di gioco. Il team in questo caso ha introdotto due features principali per rendere più veloci ed immediati gli scontri.

La prima permette di raddoppiare o addirittura triplicare la velocità di tutte le azioni in combattimento, rendendo così i turni molto più rapidi. La seconda invece è la possibilità di assegnare indicazioni di comportamento specifiche agli alleati, Eroe compreso, così che eseguano in automatico il loro turno senza che dobbiate occuparvene voi, prediligendo ad esempio la conservazione dei Punti Magia o focalizzandosi invece sulla guarigione del gruppo.

Anche il comparto audio è stato rivisto quasi completamente, a partire ovviamente dall’ammodernamento della colonna sonora, che si mantiene su livelli altissimi, ma soprattutto con l’introduzione di un ottimo doppiaggio per le scene più importanti che portano avanti la trama del gioco, in grado di sottolineare molto meglio il carattere di ogni personaggio.

Inoltre l’avventura di Dragon Quest 3 HD-2D, che inizialmente sembra essere molto guidata con istruzioni dettagliate sul prossimo luogo da raggiungere o missione principale da completare, si fa in realtà via via sempre più nebulosa, e a partire dalla metà del gioco sarete infatti liberi di esplorare ogni parte del mondo di gioco, un po’ come negli ultimi capitoli della serie The Legend of Zelda.

Il team in questo caso ha introdotto due importanti impostazioni per aiutare il giocatore un po’ pigro che non vuole perdere troppo tempo a girovagare senza meta, con la prima che riporta nel menu e nella mappa di gioco il riferimento all’obiettivo in corso, e la seconda, molto più invasiva, che ne segnala invece sulla mappa l’esatta posizione, rendendolo così semplicissimo da raggiungere e impedendo di perdersi per strada.

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Al calar del sole si possono assistere a splendidi tramonti.

Un JRPG tradizionale

Ormai lo avrete capito, Dragon Quest 3 HD-2D non vuole discostarsi troppo dalla formula che ha reso leggendario il capitolo originale, e anche dove avrebbe potuto facilmente modificare il design di alcuni elementi del gioco per renderli più al passo con i tempi il team ha deciso di mantenere quanto più fedele possibile la struttura del gioco di 30 anni fa.

Questo significa che, oltre ai già citati combattimenti a turni, anche il level map delle città e dei dungeon è rimasto bene o male il medesimo e non ha subito quindi modifiche importanti, con la maggior parte dei dungeon che risultano infatti piuttosto lunghi e complessi, composti da molti bivi, altrettanti combattimenti, e tesori nascosti.

L’esplorazione poi, come in praticamente tutti gli esponenti del genere, è una componente fondamentale dell’esperienza, e anche in questo caso ricopre una fetta importante dell’avventura. Il mondo di Dragon Quest 3 HD-2D è grande e sfaccettato e scoprirne ogni segreto non sarà semplicissimo; il consiglio è quello di guardare in ogni dove, soprattutto nelle casse e anfore sparse per le mappe, che sapranno sempre ricompensarvi con qualche oggetto utile.

Parlare con gli NPC che popolano le varie città invece risulta molto meno importante dato che la maggior parte di essi, a meno di quelli che guidano il cammino dell’Eroe, non hanno informazioni particolarmente utili da darvi e vi risponderanno con 1-2 frasi stringate che spesso non andranno neanche ad ampliare la vostra conoscenza sulla lore del gioco.

Davvero apprezzabile e ben fatta poi è la traduzione in italiano, che non solo si dimostra priva di errori particolari o dialoghi fuori contesto, ma che caratterizza ancor di più la diversità e unicità delle varie popolazioni con cui avremo modo di interagire grazie all’ottimo utilizzo di un discreto numero dialetti e accenti stranieri.

Ed è assolutamente da non sottovalutare anche l’introduzione dell’Arena dei Mostri, uno speciale campo di battaglia in cui far combattere amichevolmente le creature che incontrerete ed “addomesticherete” durante il corso dell’avventura. Se inizialmente questo possa sembrare un contenuto di poco conto, in realtà risulta più divertente del previsto e lo rende una delle aggiunte più interessanti in Dragon Quest 3 HD-2D.

Sparse per le varie città del mondo di gioco (e quindi non nella mappa del mondo) potrete trovare diversi mostri gentili che non aspettano altro che essere salvati. Fatto questo diventeranno immediatamente disponibili per prendere parte agli scontri, ma in questo caso non li controllerete direttamente e potrete solo sceglierne il comportamento in battaglia.

E vincere questi tornei vi garantirà laute ricompense, tra speciali equipaggiamenti e tanti soldi, che in Dragon Quest 3 HD-2D vi assicuro non fanno mai male.

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La particolare visuale di combattimento da dietro di Dragon Quest 3 HD-2D.

Forse troppo tradizionale?

Tutta questa tradizione, che da una parte permette sicuramente di far riscoprire nel modo più rispettoso e fedele possibile l’avventura dell’Eroe in Dragon Quest 3 HD-2D, mostra però il fianco a tanti piccoli problemi di ritmo che potrebbero far storcere il naso al giocatore abituato a esperienze più moderne.

Uno tra tutti è sicuramente il bilanciamento della difficoltà del gioco che, se ad una prima occhiata potrebbe sembrare verosimilmente adatto a tutti, grazie anche alla modalità Vampistrello (la modalità facile per intenderci), si dimostra in realtà piuttosto punitivo anche alle difficoltà più basse. Questo perché l’appena citata modalità Vampistrello non agisce in realtà abbassando la difficoltà degli scontri o l’aggressività dei nemici ma semplicemente impedisce al giocatore di morire.

Questa è una scelta che personalmente ho trovato parecchio controversa, perché per superare facilmente e con scioltezza gli scontri non basta seguire la storia e si deve grindare parecchio, facendo affidamento su un party bilanciato e sulle debolezze dei nemici, che attaccano spesso in branchi numerosi e con tecniche in grado di colpire tutti i membri del gruppo.

Questa modalità quindi non permette realmente di potersi godere esclusivamente la storia di Dragon Quest 3 HD-2D, in quanto rimanere sempre con 1 punto salute senza mai morire non va ad accorciare la durata degli scontri, ne la frustrazione che si può provare a vedersi spesso sopraffatti anche da normali gruppi di nemici che potenzialmente non dovrebbero rappresentare una minaccia per il party.

Ci sono poi anche alcuni problemi che riguardano la cosiddetta quality of life, come ad esempio l’impossibilità di vedere lo status del gruppo nel menu principale o in quello dell’equipaggiamento ma solo tramite un’apposito sub menu. E questo significa che ad esempio non è possibile vedere la vocazione o il carattere di un personaggio e modificarlo nella stessa pagina, essendo quindi obbligati ad un avanti-indietro tra menu non proprio soddisfacente.

E sono strane dal mio punto di vista anche l’assenza della possibilità di vendere più oggetti contemporaneamente ai mercanti, o quella di un’icona di status alterato durante gli scontri. Insomma, piccole mancanze che avrebbero potuto essere sicuramente trattate con un po’ più di attenzione in quanto, anche se non gravi, rischiano comunque di pesare sull’esperienza del giocatore in quanto riguardano attività che si ripetono molto spesso nel corso del gioco.

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Dragon Quest 3 HD-2D è un mix di architetture e culture diverse.

Dragon Quest 3 HD-2D è una gioia per gli occhi

Ebbene, dopo aver concluso questa ampia disamina sulle molte novità introdotte dal team in Dragon Quest 3 HD-2D, la sua struttura in ampia parte tradizionale e i suoi principali punti deboli, è il momento di parlare delle sue componenti artistiche e tecniche, che vi anticipo già essere di un livello incredibilmente alto.

Una grafica che lascia senza fiato

Dragon Quest 3 HD-2D è una vera gioia per gli occhi, c’è poco da dire, e basta accendere il gioco e fare pochi passi all’interno del suo meraviglioso mondo di gioco per accorgersene, tra i suoi paesaggi naturali e le particolari e diversificate architetture delle sue città.

I colori accesi e vibranti, il delizioso character design del compianto Akira Toriyama e una colonna sonora ispirata ed in grado di entrarti in testa dopo pochissime ore di gioco sono gli ingredienti di un’esperienza unica che si dimostra solidissima a livello artistico, stupendo a tratti per la qualità di ciò che riesce a portare sullo schermo.

Durante il tramonto e nelle ore notturne il comparto grafico di Dragon Quest 3 HD-2D mette in mostra tutti i suoi muscoli, con splendidi effetti di luce ed un uso incredibile dell’illuminazione in grado di rendere davvero splendidi tanto i vicoli urbani quanto i manti erbosi e le labirintiche grotte e segrete che vi ritroverete ad esplorare durante il corso dell’avventura.

Al calar delle tenebre infatti tutto ha un sapore diverso, dalla colonna sonora che si fa man mano più delicata alle flebili luci dei focolari accesi o le schiere di lucciole che di notte si possono trovare nelle zone di foresta e lungo le rive dei fiumi e dei laghi di cui è disseminato il mondo di gioco.

Il nuovo punto di partenza per l’HD-2D

Se c’è quindi una cosa in cui Dragon Quest 3 HD-2D eccelle senza se e senza ma, e che a mio avviso ne rappresenta anche il principale punto di forza, è l’incredibile uso della tecnologia HD-2D, che Square Enix ha migliorato di anno in anno ad ogni nuova iterazione dei titoli appartenenti a questo segmento di mercato, e che con questo titolo raggiunge un livello qualitativo veramente sbalorditivo.

Ho avuto modo di scambiare quattro parole con gli sviluppatori in occasione della Gamescom 2024 proprio su questo tema e loro sono rimasti molto contenti dei miei commenti di apprezzamento verso il grande salto di qualità che avevo riscontrato già a suo tempo con la demo rispetto ai precedenti titoli che sfruttavano la stessa tecnologia, e mi hanno confermato che si sono concentrati soprattutto sul migliorarne ancor di più l’illuminazione.

Inoltre a livello puramente tecnico le performance di Dragon Quest 3 HD-2D si sono dimostrate solidissime, con 60 fps granitici e mai un inciampo sulla versione PS5 da noi testata, che rappresenta probabilmente il miglior modo per godere appieno del suo splendore, nonostante la natura portatile del titolo possa inizialmente far propendere per la versione Switch, che difficilmente però potrà restituire lo stesso impatto e la stesse performance.

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Durante le ore notturne la splendida illuminazione del gioco risplende.

Conclusione | Il capitolo perfetto per iniziare

Dragon Quest 3 HD-2D si conferma come evidenziato in fase di anteprima un titolo unico, l’inizio perfetto della trilogia più famosa del franchise che grazie ad un utilizzo incredibile della tecnologia HD-2D permetterà a tanti nuovi giocatori di appassionarsi ad una saga leggendaria e ai fan della prima ora di rivivere come mai prima d’ora la storia di Erdirck, che verrà portata a compimento l’anno prossimo con l’uscita di Dragon Quest I & II HD-2D.

Nonostante sia quindi impossibile non lodare l’incredibile impegno profuso dallo sviluppatore, Dragon Quest 3 HD-2D non è esente da alcuni piccoli scivoloni che, pur non minando in modo importante la godibilità generale dell’esperienza, avrebbero sicuramente potuto essere trattati con un po’ più di attenzione in quanto rischiano comunque di infastidire il giocatore per via della loro massiccia presenza durante il corso dell’avventura.

Dragon Quest 3 HD-2D è uno dei titoli più attesi dell’anno e il lavoro condotto da Square Enix e Spike Chunsoft dimostra un grandissimo amore e rispetto per questa IP, che rinasce oggi a nuova vita nel modo migliore possibile, in quanto personalmente penso che un remake più moderno avrebbe rischiato di snaturarlo.

Ovviamente questo approccio in larga parte conservativo non ha funzionato allo stesso modo per tutti gli aspetti del gioco, che alle volte soffre infatti di scelte di design non totalmente a fuoco ma che a conti fatti vengono ampiamente superate dalla qualità generale della produzione e dai traguardi tecnici raggiunti dalla tua tecnologia.

Se siete fan del capitolo originale, del franchise, dei JRPG vecchio stile, di Akira Toriyama o dello stile HD-2D questo titolo fa assolutamente al caso vostro! E se invece siete dei neofiti della saga e siete incuriositi da questo titolo, Dragon Quest 3 HD-2D potrebbe essere proprio l’occasione giusta per iniziare per capire se fa al caso vostro.

Vi ricordo infine che Dragon Quest 3 HD-2D sarà disponibile da domani, 14 Novembre 2024, su Steam, Nintendo Switch, PS5 e Xbox Series X|S.

8.5
La miglior espressione dell'HD-2D e il perfetto punto di partenza per (ri)scoprire Dragon Quest.

Pro

  • Visivamente sbalorditivo
  • Colonna sonora ispirata e delicata
  • Ottimo doppiaggio per le scene più importanti
  • Moderno e accessibile per le nuove generazioni

Contro

  • La modalità Vampistrello non è davvero la modalità facile
  • Eccessivo grinding per essere al passo con l'aggressività mostri
  • Qualche ingenuità di troppo nella gestione della quality of life
Vai alla scheda di Dragon Quest III HD-2D
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