Neva Recensione
Nomada Studio è un nome noto sostanzialmente a chi, in passato, ha avuto modo di giocare a GRIS, opera prima dello studio spagnolo che custodisco gelosamente nel cuore, grazie al mix perfetto tra arte visiva e sonora che mi hanno alimentato forti emozioni.
L’annuncio di Neva avvenuto nel 2023 mi ha stupito. Una dimostrazione di come la compagnia spagnola, felice degli oltre 3 milioni di copie vendute di GRIS nel mondo, abbia intenzione di creare un gioco che ricalcasse la stessa essenza della sua opera prima, aggiungendo qualcosa in più sul fronte del gameplay.
Gli spagnoli saranno riusciti a superare la prova del nove dopo l’ottimo debutto videoludico nel 2018? Preparatevi a questa recensione, perché su Neva c’è veramente tanto di cui parlare. E forse, qualche lacrima in più da versare!
Neva RECENSIONE | Un’opera che parla silenziosamente, ma con gran fragore
Facendo un passo indietro, in GRIS abbiamo assistito all’evoluzione di una donna (Gris, appunto) che rinasce dalle ceneri dopo essere sprofondata nel baratro della depressione, intraprendendo un percorso a tappe in grado di ridargli tutte le sicurezze emotive perse all’inizio. Il paesaggio attorno alla protagonista diventa cinereo, colorandosi di nuova luce a mano a mano che si supera ogni tappa.
Se in GRIS abbiamo avuto a che fare con la depressione e il percorso per uscirne guariti, in Neva il tema centrale della storia include comunque una forma d’evoluzione, ma si fonda sul concetto di genitorialità, della crescita di un “figlio” da parte di una genitrice rappresentata da una donna di nome Alba, personaggio che controlliamo durante l’intera avventura.
L’incipit della storia
In una tranquilla giornata estiva, un cucciolo di lupo bianco (Neva, come da titolo) nota un uccello morente a terra, caduto in volo per circostanze misteriose. Alba, accompagnata dalla madre del lupo, si avvicina al corpo esanime della creatura, verificando le potenziali cause del decesso. Pochi istanti dopo, altri uccelli precipitano in massa, mentre imminente si avvicina una pericolosa corruzione che rompe l’intero equilibrio naturale.
Purtroppo a rimetterci cara la pelle è la madre di Neva, che cede sotto i colpi delle entità maligne dopo una strenua resistenza. Al risveglio dallo svenimento, la reazione di Alba è comprensibile: la tristezza della donna nel vedere la lupa priva di vita sale in superficie. Lì accanto c’è Neva, che prova a svegliarla senza alcun risultato.
Di fronte a quello scenario straziante, Alba tranquillizza Neva, decide di prendersi la responsabilità di proteggere il cucciolo, e al contempo crescerlo sotto la sua ala protettiva. Lasciato il lutto alle spalle, il duo si mette in cammino affrontando insieme quella minaccia che ha sconvolto le loro vite.
Ispirazione di stampo “miyazakiano”
Da queste premesse di una trama che non dura molto (circa 5/6 ore di storia ci vogliono al completamento), per chi conosce benissimo le opere dello Studio Ghibli può trovarci un’associazione interessante. E per stessa ammissione di Nomada Studio, in Neva c’è molta dell’influenza della Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki.
Le analogie con il film del 1997, infatti, sono molte. A cominciare da Alba che ricorda San (o Mononoke), ossia la ragazza-lupo accudita dalla dea-lupa Moro, la quale è facilmente riconducibile nella madre di Neva che, come tale al personaggio dell’opera di Miyazaki, protegge entrambi i personaggi da qualsiasi pericolo.
Dell’opera spagnola anche la rappresentazione della natura che subisce gli squilibri causati da un male superiore ricorda similmente il significato del racconto della Principessa Mononoke, ossia l’inevitabilità della lotta fra gli esseri umani e la natura stessa. In qualche modo gli sviluppatori sono riusciti a prendere parte dell’essenza del film e adattarla alla loro visione creativa in modo ottimale.
La struttura narrativa
Il racconto di Neva, diviso in quattro capitoli stagionali, si presenta in maniera analoga a GRIS. L’assenza di qualsiasi forma di dialogo, parlato o testuale che sia, lascia campo aperto al comparto audiovisivo, il vero e unico narratore delle vicende del duo di protagonisti.
Lo anticipo da subito: il comparto grafico e la colonna sonora sono davvero incredibili. Nonostante l’evidente ermetismo, riescono con facilità a sprigionare tutte le emozioni provate dai due personaggi e a creare le giuste atmosfere in ogni situazione, che sia un momento di gioia, di frenesia o di totale sconforto.
Ancora una volta c’è il tocco della mano dell’artista spagnolo Conrad Roset, lo stesso di GRIS, a regalarci degli scorci paesaggistici e degli effetti scenici molto belli. Così come i Berlinist, gli autori delle musiche di GRIS, che c’accompagnano con maestria in questo viaggio intenso.
Da questi aspetti ne beneficia il messaggio della genitorialità che gli sviluppatori intendono raccontare, “scritta” con una gran chiarezza e semplicità. Il senso di protezione di Alba nei confronti del cucciolo è enorme. Da perfetta madre, cresce quest’ultimo, il quale supporterà la donna nei momenti di maggior bisogno una volta acquisite tutte le sicurezze, influendo anche sul gameplay che vediamo fra poco.
Considerando che il suo storytelling è ben differente dalla maggior parte dei titoli con elementi narrativi, è difficile che Neva riesca a prendersi una larga fetta di pubblico a causa del suo ermetismo. Serve una certa empatia verso quel linguaggio, ragion per cui l’opera di Nomada Studio potrebbe non trovare il favore dei più esigenti.
Una delicatezza che diventa spietata, e viceversa
Ma ora passiamo al gameplay di Neva, che sicuramente merita più attenzione. Parliamo di un’avventura platform 2D che prende la maggior parte dell’essenza di GRIS. Si salta sulle piattaforme, si contemplano i meravigliosi paesaggi e i luoghi più macabri durante la nostra camminata, e si sbloccano i collezionabili sparsi nei posti più ardui da raggiungere.
Ad unirsi a questa ricetta ci sono delle novità, rappresentate non solo dalla presenza di due personaggi, ma anche dai combattimenti. La nostra Alba è armata di un elegante fioretto, con il quale sferra attacchi concatenati e attacchi dall’alto. Non ci sono dunque attacchi leggeri, attacchi pesanti e altri tipi di mosse come siamo abituati a vedere in altri giochi d’azione.
Non appena Neva cresce, Alba può anche impartire un comando all’animale per colpire i bersagli dalla distanza. Questo è molto utile soprattutto per attivare dei meccanismi situati in lontananza e per bloccare temporaneamente qualsiasi nemico, lasciandolo esposto ai nostri attacchi concatenati.
Inoltre non esistono le parate, ma c’è la schivata per evitare di subire i colpi. Essa può anche essere utilizzata per coprire lunghe distanze a mezz’aria, magari per arrivare su piattaforme o pareti scalabili difficilmente raggiungibili col solo doppio salto.
Questo cambio di registro adottato da Nomada Studio rende l’approccio al gioco più attivo rispetto a uno più “da spettatore” di GRIS. E nonostante le meccaniche d’azione siano meno corpose di un qualsiasi altro action, se non altro sono immediate e funzionali. Tuttavia, a sorprendere è la difficoltà delle battaglie che ho trovato stimolanti.
Ogni scontro con le forze maligne non è mai uguale all’altro, c’è sempre qualche elemento diverso a dare varietà nell’approccio, pur avendo gli stessi attacchi a disposizione. E soprattutto ogni battaglia, comunque non proibitiva nella difficoltà, non va mai presa troppo sottogamba, specialmente con alcuni boss che ti fanno sudare non poco le sette camicie.
Alba ha tre vite, dove a ogni colpo subito equivale a perderne una. Ovviamente, l’esaurimento delle vite porta alla sconfitta, ricominciando dall’ultimo salvataggio che, per fortuna, è automatico e vicino al punto in cui siamo morti.
Ad aumentare il grado di sfida sono l’assenza di consumabili che ripristinano la forza vitale della donna. Per curarsi ci sono diversi rimedi: raggiungendo gli altari di cura che incontriamo nel cammino, infliggendo un quantitativo di colpi ai nemici, oppure tramite Neva quando si mette ad ululare in conclusione di una battaglia.
In alternativa, qualora vogliate un’esperienza di gioco rilassante e meno impegnativa, ma soprattutto appetibile a chiunque non abbia mai tenuto un pad in mano, si può selezionare la difficoltà “Storia” dal menù principale; in questo modo, Alba sarà immune a qualsiasi colpo subito dai nemici.
Ogni sezione del mondo ha un suo sistema
Se le battaglie ci presentano qualche gimmick diversa, anche il design del mondo di Neva cambia costantemente a ogni nostro passo. Ad esempio, c’è una sezione di gioco dove ci arrampichiamo di continuo, oppure un’altra dove entriamo all’interno di enormi bocche che ci fanno accedere ad un’altra posizione.
O ancora, ce n’è una completamente al buio, oppure le sequenze ad inseguimento dove dobbiamo fuggire da un pericolo che abbiamo dietro (tipo alla Ori and the Will of the Wisps, di cui vi lasciamo la nostra recensione per un approfondimento generale).
La varietà non manca, questo è certo. Anche in GRIS c’era un medesimo schema, ovviamente con altre gimmick che si adattavano meglio al suo gameplay. La presenza dei combattimenti, assenti nell’opera del 2018, danno a Neva quel tocco di densità in più rispetto al precedente titolo dello studio.
Un dipinto tecnico di colori
L’ho anticipato già nella parte della storia come quest’opera sia molto suggestiva sul comparto grafico e sulla colonna sonora sempre contestuale agli eventi. Ma sul lato più tecnico come si comporta il gioco?
Su Nintendo Switch, la versione testata per la recensione, Neva viaggia a 60 FPS e in full HD in modalità dock, con una risoluzione minore in modalità portatile che non sfigura in ogni caso.
Generalmente il frame rate è rimasto stabile tranne in qualche rara circostanza, comunque non troppo preoccupante. Se cercate delle prestazioni ancora migliori su questo fronte, su Xbox Series X|S, PC e PlayStation 5 il gioco arriva al 4K e 120 FPS. Altrimenti, la versatilità di Switch tra uso domestico e portatile si presta egregiamente a quest’esperienza.
Assai positiva è la responsività dei comandi, soprattutto per i combattimenti che vi attendono è molto più importante averla. Invariata da GRIS, invece, è la gestione della visuale della telecamera, con l’alternanza delle inquadrature vicine e quelle in campo largo dosate con intelligenza.
La notte porta consiglio… e fa riflettere interiormente
Nel corso di questo viaggio, spesso mi sono trovato a riflettere sulle vicende dei due personaggi e sugli elementi che ne influiscono. Prima di passare alle conclusioni ci tenevo ad avanzare una personale opinione a riguardo.
Dentro il messaggio degli autori ho visto qualcosa in più oltre il concetto della genitorialità, che ricordo rappresenta il pilastro portante del tema di Neva. Come mi sono espresso nell’anteprima pubblicata quest’estate, ad esso si potrebbe parlare anche di amicizia, in merito al rapporto che lega Alba e il piccolo lupo con tanta forza.
Tra i due c’è un profondo affetto. La donna mostra un’empatia incredibile nei confronti della creatura, che nel frattempo cresce, impara, prende maggior consapevolezza dei propri mezzi e ricambia il favore nei momenti di estrema necessità.
Essenzialmente, un’amicizia importante nasce e si fortifica allo stesso modo. Si viaggia parallelamente alla stessa velocità e ci si ricongiunge quando una delle due parti rimane indietro. Avere un’intelligenza emotiva, purché sia sincrona, è assolutamente indispensabile affinché qualsiasi rapporto possa rimanere solido e resistente alle influenze negative (a proposito, consiglio una lettura di un libro di Daniel Goleman, intitolato “Intelligenza Emotiva”).
Le conclusioni della recensione di Neva
Neva è esattamente una degna evoluzione di GRIS. Gli elementi ludici, visivi e sonori che hanno caratterizzato l’acclamata opera del 2018 vengono trascinati dentro questo calderone, incorporando all’interno importanti novità come i combattimenti e la presenza di due protagonisti che collaborano per sconfiggere la corruzione.
Tra le ottime conferme del nuovo titolo di Nomada Studio ci sono il comparto artistico e la colonna sonora, che con un potente impeto riescono a trasmettere tutte le emozioni di una storia che sa parlare, e raccontare l’importante messaggio degli autori, con il suo delicato silenzio. Quanto i combattimenti c’è una buona varietà e un grado di sfida abbastanza soddisfacente, specialmente contro i boss.
Se non vi è piaciuta l’impalcatura ludica di GRIS, sicuramente Neva vi terrà lontani, anche nonostante un approccio più giocoso della precedente opera dello studio spagnolo. Ma concedetegli comunque una chance, perché vale la pena ascoltare quel dialogo così ermetico da trafiggervi dentro, e allo stesso tempo lottare contro i demoni che ostacolano le nostre esistenze… e ogni nostro rapporto con il prossimo.
Un "GRIS armato di fioretto", splendidamente bellissimo da vedere.
Pro
- Storia emozionante e dal messaggio profondo
- L'arte visiva e sonora sono da 10 e lode
- Buona varietà di situazioni di gioco
- I combattimenti non sono per nulla banali, specie alcune boss fight
- Longevità che dura il giusto...
Contro
- ... ma può risultare troppo esigua per alcuni
- Non tutti potrebbero cogliere le potenzialità del suo parlare in modo ermetico
- Lievissimi cali di frame rate riscontrati in rare situazioni