Difficoltà Metal Gear Solid Delta: il producer spiega come cambierà a seconda dei controlli

Metal Gear Solid Delta: Snake Eater (qui la nostra anteprima) è un remake che fin da subito si pone una missione estremamente complessa: quella di riportare su piattaforme di nuova generazione un titolo talmente innovativo a suo tempo da apparire contemporaneo ancora oggi; il tutto senza il creatore originale della saga e senza incorrere nell’ira dei fan.

Sono, ormai, passati anni da quando Hideo Kojima ha lasciato Konami, di fatto abbandonando anche l’opera che lo aveva consacrato nel pantheon dell’eccellenza videoludica. Dopo un lungo silenzio, il publisher nipponico ha deciso di resuscitare molteplici delle sue IP dormienti in una mossa certamente arguta ma anche molto pericolosa.

Perché la saga di Metal Gear è ancora oggi pioniera in alcuni ambiti del game design e talmente ben congeniata in molteplici suoi aspetti da richiedere straordinario tatto per essere riadattata senza che l’intero sistema crolli. Proprio per tale ragione Metal Gear Solid Delta si è immediatamente dovuto confrontare con uno dei problemi causati dall’opera di riammodernamento.

Difficoltà Metal Gear Solid Delta: il problema delle inquadrature

Quando per la prima volta uscì sugli scaffali, Metal Gear Solid 3 possedeva solamente un inquadratura spostata verso l’alto intorno alla quale era stato calibrato l’intero titolo. Dall’enemy placement ai pattern comportamentali degli npc: tutto si fondava sulle limitazioni derivanti dall’adozione di una visuale top down.

Già con l’uscita di Subsistence e l’arrivo di una telecamera 3D liberamente orientabile da parte del giocatore la situazione era cambiata, Ciò non di meno, anche il nuovo sistema si presentava con una serie di caratteristiche che impedivano al giocatore di essere estremamente avvantaggiato nei confronti dei vari nemici.

Innanzitutto il sistema di puntamento era meno responsivo rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da un gioco pubblicato oggi. Inoltre non ci si poteva muovere mentre si passava alla prima persona per mirare verso gli avversari. Pertanto, nonostante le innovazioni, permanevano alcune mancanze che non consentivano mai di rompere completamente gli equilibri di gioco.

A detta di Yuji Korekado, producer di Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, fin da subito il team di sviluppo si è reso conto di aver semplificato eccessivamente il titolo per tutti i giocatori disposti ad utilizzare l’inquadratura in terza persona. La maggiore ampiezza del campo visivo unita alla fluidità ora disponibile rischiavano di compromettere il bilanciamento.

Per tale ragione la software house si è trovata costretta a correre ai ripari e ideare un duplice livello di difficoltà commisurato alle due visuali rese disponibili al giocatore. Il titolo permetterà, infatti, di scegliere tra la modalità legacy, che adotta le caratteristiche dell’opera originale, oppure uno stile più moderno che evolve ciò che si era visto in Subsistence.

Metal Gear Solid Delta, perciò, non consentirà di modificare l’inquadratura se non immediatamente prima di iniziare la campagna. Ognuna, infatti, porta con sé una gestione calibrata del livello di sfida, tale da rendere entrambi gli approcci ugualmente viabili ed evitare che le innovazioni introdotte vadano ad infrangere la struttura di gioco.

Ciò è estremamente interessante in quanto rappresenta una delle prime scelte realmente audaci di una software house che, per rispetto nei confronti dell’autore originale e per meriti di un’opera ancor oggi estremamente moderna, aveva limitato al minimo le ingerenze sul titolo. Solo il tempo ci dirà se questo modus operandi si rivelerà efficace.

Prima di chiudere vi ricordiamo che Metal Gear Solid Delta: Snake Eater uscirà su PS5, Xbox Series X/S e Pc nel 2025 in data ancora da destinarsi e che presenterà un comparto tecnico totalmente rifatto per adattarsi alle piattaforme di nuova generazione ma manterrà pressoché inalterati i sistemi della release originale.