Ghost of Yotei – Tutto su epoca e ambientazione

Ghost of Yotei porta il celebre action di Playstation in una direzione totalmente diversa ed in questo editoriale approfondiremo ambientazione ed epoca del nuovo titolo di Sucker Punch.

Ghost of Yotei tutto su epoca e ambientazione Atsu e montagna

Da Tsushima alle vaste distese di Ezo, dal periodo Kamakura all’alba del periodo Edo, dal dominio di Minamoto e Hojo a quello dei Tokugawa, Ghost of Yotei è un enorme balzo in avanti nel tempo e nello spazio per la saga di Sucker Punch, capace perciò, di lasciare interdetti coloro che han vissuto le avventure di Jin Sakai.

Il Giappone del 1603, anno in cui avranno luogo le avventure della guerriera Atsu, è profondamente mutato rispetto a quello delle invasioni mongole e irriconoscibile in molteplici dei suoi aspetti. Inoltre, l’Hokkaido (allora noto come Ezo) rappresenta una scelta piuttosto audace, in quanto porta al centro della vicenda quello che allora era un territorio di frontiera.

Ma le novità non finiscono qui, d’altronde, nei 300 anni che intercorsero fra l’invasione del Khan e l’ascesa di Ieyasu Tokugawa, l’arcipelago fu protagonista di un evento capace di riplasmarlo completamente: l’arrivo degli Europei. Prima Portoghesi, poi Olandesi e Inglesi, i visitatori da oltreoceano recarono con sé alcune innovazioni che si sarebbero innestate in profondità.

La prima fu il Cristianesimo, all’inizio incoraggiato dai Daimyo, signori della guerra e de facto governatori delle loro province, per intensificare gli scambi con gli stranieri spesso accompagnati da missionari. In seguito osteggiato violentemente prima da Toyotomi Hideyoshi e quindi da Ieyasu stesso, attraverso conversioni coatte e purghe sanguinose.

L’avvento della polvere da sparo segnò una rivoluzione per l’arte militare

La seconda, già mostrata all’interno del trailer di presentazione del gioco, è la polvere da sparo. L’avvento delle armi da fuoco non sostituì il warfare tradizionale ma si impose sullo stesso trasformandolo completamente. Nuove armature e nuove strategie vennero plasmate per resistere agli archibugi e l’arte della spada andò incontro a una grande rivoluzione.

In questo editoriale cercheremo di scoprire quali potranno essere i nuovi nemici della protagonista, vedremo le armi e le armature in dotazione ai guerrieri di periodo Edo e come esse potrebbero innovare il gameplay. Infine esploreremo la ricca storia dell’Hokkaido e della sua popolazione autoctona: gli Ainu.

L’ascesa della malvarosa

Ghost of Yotei abbandona l’epoca dello shogunato di Kamakura, quando gli Hojo, dopo aver sottratto il potere effettivo alla famiglia Minamoto, si trovarono a combattere le invasioni del Khanato mongolo e abbraccia il primo anno ufficiale del periodo Edo: il 1603. Perciò è necessario introdurre la figura portante del titolo: il nuovo shogun Ieyasu Tokugawa.

Nato come Matsudaira Takechiyo in un umile feudo nella zona del Mikawa (odierna prefettura di Aichi), il giovane fu protagonista di un’ascesa travolgente verso l’olimpo dell’élite politica giapponese. Prima servì la famiglia Imagawa, quindi alla sconfitta di questa per mano del clan Oda, passò sotto l’egida di Oda Nobunaga stesso, il quale nel 1573 depose l’ultimo shogun Ashikaga.

Il dominio di Nobunaga fu, tuttavia, di breve durata e il primo grande riunificatore dell’arcipelago cadde preda di una congiura nel 1582. Ieyasu, spregiudicato al punto da aver sacrificato moglie e figlio per convincere Oda della sua fedeltà, seppe sfruttare il vuoto di potere per divenire uno dei più potenti servitori di Toyotomi Hideyoshi, successore del defunto Daimyo.

Toyotomi decise di traslare i possedimenti di Tokugawa dalle province originarie al nuovo territorio di Edo, nella fertile e prospera pianura del Kanto. Questo è il momento topico nel roboante cursus honorum del futuro shogun, che dalle nuove lande a lui concesse trasse le risorse e la forza che lo avrebbero lanciato sul tetto del mondo.

Con rapidità sovrumana fece migrare dal Tokai tutti i suoi servitori con famiglie al seguito; dopodiché ottenne il sostegno degli abitanti locali, allora restii a essere comandati da uno straniero e infine divenne possessore di un’estensione territoriale immensa, seconda solo a quella di Hideyoshi stesso.

Quando Toyotomi, dopo il terribile fallimento della spedizione militare in Corea, perì e inaugurò l’iter della successione, Ieyasu invece di rispettare le promesse e sostenere il figlio del defunto signore, ammassò ingenti forze e rivendicò il dominio del Giappone. Intorno al giovane Toyotomi Hideyori si saldarono molteplici vassalli periferici e la battaglia divenne presto inevitabile.

Lo scontro definitivo dei destini avvenne nell’anno 1600 a Sekigahara, nell’immensa piana si scontrarono oltre 160000 mila uomini, in quella che sarebbe passata alla storia come una delle battaglie più celebri della storia nipponica. A sancire la sconfitta, fatale per i lealisti di Hideyoshi, fu il tradimento di Kobayakawa, che concesse una vittoria risolutiva all’esercito dei Tokugawa.

Numerosi leader nemici perirono allora, molti altri negli anni a venire, quando Ieyasu erose progressivamente lo schieramento dei sodali di Hideyori. Non è strano, dunque, che moltissimi ronin (shinobi senza più padrone) affollarono l’arcipelago in quel tormentoso voltare di secolo. Alcuni di loro potrebbero essere i nemici che cercano Atsu, come mostrato nel trailer.

Ghost of Yotei tutto su epoca e ambientazione ronin
I ronin che cercano Atsu potrebbero aver perduto i loro padroni durante l’ascesa di Ieyasu Tokugawa

Addirittura, la nuova protagonista di Ghost of Yotei potrebbe avere a che fare con il terribile voltafaccia che suggellò l’ascesa di Ieyasu allo shogunato, ufficializzata nel 1603 tramite nomina imperiale. Oppure ella potrebbe essere una sostenitrice di Hideyoshi, alla ricerca di vendetta contro l’usurpatore divenuto sovrano con il mon della malvarosa.

Certamente, la nuova epoca scelta dagli sviluppatori di Sucker Punch potrà essere gravida di possibilità. Dal notevole malcontento dovuto alle confische di terreno ordite da Ieyasu, alla caccia agli ultimi sostenitori del vecchio ordine, fino all’inizio della repressione nei confronti della fede cattolica, vi è moltissimo di cui poter parlare.

La grande isola a Nord

Per comprendere la narrativa di Ghost of Yotei potrebbe essere estremamente utile conoscere la riorganizzazione territoriale e culturale voluta dal nuovo shogun. Il Giappone del 1603 era, infatti, profondamente alterato rispetto a quello del primo capitolo della saga sia in ambito istituzionale sia in ambito amministrativo.

I rapporti vassallatici di periodo Edo si fondavano su due tipologie differenti di soggetto. Da una parte vi erano i fudai, dotati di han (feudi) di piccole dimensioni ma unici a poter ottenere cariche governative che erano scelti tra i fedeli della prima ora. Dall’altra figuravano i tozama a cui spettavano i più vasti territori periferici.

I Daimyo, sebbene partecipi al nuovo ordine, conservarono, dunque, una notevolissima libertà che mantenne il rapporto tra autorità centrale e province talvolta conflittuale. Ciò era ancor più manifesto nei territori di frontiera, laddove l’autorità dei governanti era pressoché assoluta: uno di questi proprio l’Hokkaido.

In Ghost of Yotei, mai come prima, sarà necessario concentrarsi sull’ambientazione che rappresenta una delle località più affascinanti, particolari e contese della storia giapponese. Nel primo periodo Edo, allorché lo shogunato inizio a concepire il blocco marittimo dell’intero paese, la regione divenne una delle sole quattro porte verso l’esterno insieme alle isole Ryukyu, a Nagasaki e Tsushima.

La penetrazione nipponica in Hokkaido era iniziata quando il territorio era ancora noto come Ezochi Ezogashima, toponimi che si riferivano alla popolazione che abitava la zona ai tempi: gli Ezo, meglio conosciuti come Ainu. Prima in periodo Kamakura quindi in epoca Muromachi i grandi signori del nord dello Honshu intrattennero folti commerci con le tribù locali.

Proprio sotto lo shogunato degli Ashikaga i rapporti con gli Ezo si fecero meno cordiali e fu fondata sulle propaggini meridionali dell’isola una serie di avamposti, poi confluiti nei domini della famiglia Kakizaki. Costoro vennero ribattezzati da Ieyasu come Matsumae e a loro venne affidato il totale monopolio dei commerci con le genti dell’isola.

L’Hokkaido di Ghost of Yotei è ancora un territorio scisso tra Ezochi, la terra degli Ainu, considerati dai giapponesi alla stregua di selvaggi, e Wajinchi che invece costituiva a tutti gli effetti un han sotto il dominio di Edo dallo status di 10000 koku (unità di riso necessarie per sfamare un individuo per un anno intero).

Ancora una volta, dunque, Sucker Punch sceglie una landa di mezzo, partecipe al governo centrale e contemporaneamente esclusa dallo stesso; un luogo conteso tra due culture diverse, due popoli e due stili di vita. Ciò è emblematico, d’altronde, Atsu è una fuorilegge emarginata e in fuga da qualcosa. Quale luogo migliore di Ezo per nascondersi.

Ghost of Yotei tutto su epoca e ambientazione monte yotei
Il nome del monte Yotei rappresenta un anacronismo in quanto esso fu coniato dopo la fine del periodo Edo

Interessante è anche la figura del monte Yotei, uno stratovulcano di rara bellezza e noto oggigiorno come Ezo Fuji per la somiglianza con il rilievo più celebre dell’arcipelago. Il toponimo è invero un anacronismo, in quanto ai tempi la montagna era nota come Shiribeshi-Yama o Makkarinupuri (monte femminile in lingua ainu).

Il nome Shiribeshi-Yama è, invece, legato alla mitica figura di Abe no Hirafu, storico condottiero di periodo Asuka le cui gesta sono narrate all’interno del Nihon Shoki. La località, tuttavia, tende a figurare poco nella storia nipponica precedente alla restaurazione Meiji e sarà interessante scoprire come lo sviluppatore la utilizzerà nella storia.

Il popolo Ainu

Senza dubbio Ghost of Yotei sarà costretto a confrontarsi con la presenza del popolo Ainu che allora era padrone della quasi totalità dell’isola. Costoro, nell’epoca ove il gioco è ambientato, iniziavano sempre più a essere soggiogati dalla penetrazione commerciale nipponica nonché dai morbi da essi importati verso i quali risultavano totalmente indifesi.

Ainu nella lingua della popolazione significa “uomini” ed era la maniera tramite la quale essi si designavano i giapponesi, invece, si servivano del termine Ezo, dalla connotazione assai dispregiativa. Potrebbero esistere dei contatti fra gli Ainu e l’antica popolazione degli Emishi che più volte i nipponici sconfissero in battaglia durante l’antichità.

I legami tra queste due popolazioni sono tuttavia ancora indefiniti e si ritiene che gli abitanti dell’Hokkaido si siano diversificati culturalmente dagli altri giapponesi durante il periodo Jomon (14000-300 a.C.). Gli Ezo erano soliti stanziarsi lungo i fiumi in un assetto politico di matrice tribale orientato attorno a dei kotan governati da carismatici capitribù.

Metodi fondamentali di sostentamento per le comunità erano la caccia e l’agricoltura. Gli ainu, infatti, erano formidabili cacciatori che concentravano le loro attività in zone specifiche note come iwor. Le loro prede, sovente stanate mediante l’utilizzo di cani (non è casuale che Atsu viaggi insieme a un lupo) comprendevano addirittura gli orsi.

Ghost of Yotei tutto su epoca e ambientazione lupo
L’utilizzo del lupo potrebbe essere mutuato dalla cultura Ainu

Ghost of Yotei, non solo potrebbe includere contatti con questa particolare civiltà ma anche concepire nuove azioni coordinate, soprattutto in furtività, atte a sfruttare le tecniche dei popoli locali. Addirittura armi e strumenti delle tribù di Ezo potrebbero alternarsi all’equipaggiamento nipponico nell’arsenale della protagonista.

Frecce e punte di lancia intrise di aconito conferirebbero maggiore profondità allo stealth del titolo e trasformerebbero Atsu in una guerriera estremamente efficiente, padrona, al contempo, dell’arte della lama di Yamato e delle preistoriche ma efficaci strategie delle genti autoctone dell’estremo, gelido e selvaggio Nord.

Le armi e le armature di Ghost of Yotei

Nuova epoca, nuove tecnologie. Ghost of Yotei, indubbiamente, metterà in mano al giocatore una collezione inedita di strumenti di morte. Perciò sarà interessante scoprire il classico equipaggiamento di un samurai di inizio del periodo Edo per capire dove potrebbe orientarsi il combat system e come potrebbero agire i nemici.

Innanzitutto è necessario precisare come gli eserciti fossero composti solo in parte di uomini al diretto servizio del comandante e constassero di ingenti quantitativi di truppe appartenenti ai singoli Daimyo. Il numero di leve che ogni vassallo doveva provvedere era calcolato sul quantitativo di koku prodotti dalle sue risaie.

Tra i samurai, in periodo Momoyama e poi durante l’epoca Edo, figuravano anche gli ashigaru ossia i fanti che erano stati inseriti nel rango più basso della classe dei bushi. Questi avevano in dotazione una lancia, generalmente piuttosto lunga, un arco e la grande innovazione del tempo: l’archibugio.

In Ghost of Yotei, ovviamente, troveremo anche nuove tipologie di armatura. Gli ashigaru erano bardati con una corazza in ferro: il do e una gonna piastrata. Portavano anche un semplicissimo elmo noto come jingasa, ben diverso dai copricapi dei samurai di alto rango. Essi, inoltre, erano soggetti a una disciplina ferrea che reprimeva qualsivoglia tipologia di azione solitaria.

Ruolo fondante era quello riservato agli antichi samurai, guerrieri di nobili natali e illustre stirpe, unici, secondo la tradizione, a poter cavalcare un cavallo in battaglia. Durante le campagne di Ieyasu costoro videro diminuire il proprio utilizzo in battaglia e iniziarono a servirsi principalmente della lancia più utile durante le cariche a dorso di destriero.

Recavano in conflitto la yari (lancia più leggera rispetto a quelle europee) e lo yumi ossia un arco ligneo rivestito di bambù e successivamente reso impermeabile. Tra le variazioni in assetto bellico era contemplato l’uso della lunghissima lama ricurva dal nome di nodachi oppure della naginata, preferibile per infliggere colpi di taglio.

Non può mancare il simbolo per eccellenza dello shinobi: la katana. Già abbiamo notato come in Ghost of Yotei essa farà parte dell’arsenale della protagonista. All’alba del periodo Edo veniva utilizzata insieme a una sua variante più corta: il wakizashi, che consentiva maggiore libertà di movimento durante le mischie.

Ghost of Yotei tutto su epoca e ambientazione nuove armi
In Ghost of Yotei saranno certamente disponibili le nuove armi del periodo Edo

Lo scudo, invece, non era contemplato dalla tradizione militare nipponica che generalmente si serviva del piatto della lama per deflettere i colpi e contrattaccare rapidamente. L’evoluzione delle armature, tuttavia, decrementò notevolmente l’efficacia delle katane, rendendo altre tipologie di arma preferibili in campo aperto.

I samurai, a differenza dei più umili fanti, indossavano una corazza in solide piastre, più sicura dell’approccio lamellare dei secoli precedenti, e la celeberrima maschera di ferro che proteggeva il volto e incuteva terrore al nemico. Molti signori iniziarono a decorare gli elmi a piacimento, sovente, nel tentativo di esibire i simboli della casata.

L’elemento della svolta è tuttavia un altro: l’arma da fuoco. Arrivata insieme alle navi Europee essa ridefinì in parte le strategie nipponiche e senza alcun dubbio potrà conferire grande freschezza al sistema di Ghost of Yotei, alternandosi con l’arco e ampliando le strategie e gli approcci a disposizione della protagonista.

Conclusione

Ghost of Yotei è una mossa interessante da parte di Sucker Punch: la scelta di abbandonare un sequel diretto che sarebbe stato tanto comodo quanto potenzialmente ripetitivo e privo di mordente. La nuova epoca porta con sé un contesto completamente differente e così ricco di possibilità da richiedere grande acume narrativo per realizzarne il potenziale.

Ghost of Tsushima (qui la nostra recensione) è stato un gioco dal notevole immaginario, tuttavia, si è anche dimostrato un prodotto spesso troppo affine a strutture e canoni dell’action adventure ormai vetusti e superati. La missione dello sviluppatore deve essere quella di schiudere finalmente il bozzolo e trovare una strada unica per la saga.

Certamente non mancheranno le opportunità per imbastire un vasto quantitativo di secondarie, le quali dovranno riuscire a catturare la straordinaria ricchezza del mosaico che è il periodo Edo. L’Hokkaido, inoltre, può essere la chiave di volta per catturare quel momento in cui i giapponesi iniziarono a concepire la propria identità nazionale contrapponendola a quella degli Ainu.

Servirà soprattutto una scrittura di alto livello, quella necessaria a catturare le sfumature della nuova era, quelle di una pace sbocciata nel sangue, di una colonizzazione talvolta subdola, talvolta brutale, quelle di un popolo sottomesso, schiacciato e infine privato della propria essenza. Sarà necessaria audacia, quella che mancò al primo capitolo della saga.

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