Five Nights at Freddy’s: Into The Pit RECENSIONE
Into The Pit RECENSIONE della nuova opera, targata Five Nights At Freddy’s pubblicata e sviluppata da Mega Cat Studios, un piccolo team di sviluppo indie, in occasione del 10 anniversario della saga il 7 agosto di quest’anno.
Il gioco è un’avventura horror in 2d, che punta ad adattare come videogioco, una short story pubblicata precedentemente su un libro chiamato: Fazbear Frights Into The Pit, il titolo è di sicuro qualcosa di nuovo per la serie, in quanto si discosta enormemente dai suoi canoni di gameplay, ma anche in parte da quelli narrativi.
Five Nights at Freddy’s: Into The Pit RECENSIONE | Un ottimo adattamento, anche se solo in parte
Come detto precedentemente Into The Pit è un adattamento del libro, però non dell’intero libro ma solo della prima storia, infatti Fazbear Frights in totale aveva 3 storie più una bonus (Into The Pit, To Be Beautiful, Count The Ways e la parte bonus su un personaggio chiamato Stitchwraith), quindi potete ben capire che nel titolo è rappresentato solo un terzo del libro completo, e con questo mi voglio collegare a un difetto abbastanza grande che è molto difficile non notare, Into The Pit è estremamente corto.
Non aspettatevi un esperienza longeva, anche prendendo tutti i collezionabili, facendo tutti i mini game, completando tutti i finali, il gioco si aggira sulle 6 ore, mentre se volete rushare solo le sezioni principali, il titolo è tranquillamente completabile in 3 ore e mezza.
Di conseguenza spero che in un eventuale seguito, di questa serie adattino magari un libro intero, invece di adattare solo una delle short story.
Il gameplay è ansia allo stato più puro
Durante le battute iniziali, vi può sembrare che Into The Pit non abbia un atmosfera horror così marcata, ciò è velocemente destinato a cambiare quando facciamo la conoscenza dell’antagonista della storia.
Into The Pit riesce incredibilmente bene a mettere sotto pressione il giocatore, con sequenze di inseguimento estremamente ansiogene e adrenaliniche. Durante le sezioni in cui esplori la pizzeria, non sei quasi mai al sicuro: c’è sempre un animatronico pronto a tenderti un agguato.
Una pecca, però, è che solo Spring Bonnie può ucciderti, mentre gli altri animatronici servono solo ad avvisarlo della tua posizione. Certo, avere un animatronico che ti urla in faccia, allertando il nemico principale, offre comunque un bel colpo di paura, ma sarebbe stato più interessante se ci fossero stati più nemici, magari coordinati per tenderti un agguato.
Il gameplay loop rimane comunque divertente durante tutta la durata del gioco, nonostante sia molto basilare, e non ci sia una vera e propria evoluzione durante lo svolgimento del gioco, rimane solido e in grado di intrattenere.
Anche la meccanica di passare da una timeline all’altra entrando nella vasca di palline è davvero interessante a livello di gameplay; aggiunge una certa verticalità a un gioco che altrimenti risulterebbe molto più “piatto”.
Anche le fughe notturne dalla casa del protagonista, sono molto ben strutturate, con una graduale progressione della difficoltà che renderà man mano sempre più ostico scappare dalla casa.
La trama è abbastanza mediocre
La trama principale del gioco non è questo gran che, purtroppo essendo che è solo la prima parte di un progetto più grande, Into The Pit ti lascia un senso di incompletezza quando viene terminato, purtroppo senza le altre parti della storia, soprattutto quella riguardante lo Stitchwraith, la storia rimane molto fine a se stessa.
Senza quella sezione tutta la trama si riassume in una semplice short story a tema fnaf, senza che effettivamente tutto si amalgami con il filone di trama principale.
Anche la short story in se, è sicuramente la più emblematica e conosciuta, ma anche una delle più blande e meno interessanti, di sicuro anche proprio nel primo volume di Fazbear Frights, un to be beautiful sarebbe stato più interessante e intrigante di un semplice Into The Pit.
I mini giochi però rimangono sempre ottimi dal punto di vista della lore, usando quello stile di narrazione criptico a cui noi fan di FNAF siamo abituati fin dagli albori, essi infatti riescono a far perfettamente centro nello stile narrativo della saga principale, peccato però che siano completamente opzionali, quindi molti giocatori, che magari non vogliono spulciare ogni angolo del gioco, finiranno per perderseli, perdendo di conseguenza forse la parte più interessante, della narrativa del titolo.
Five Nights at Freddy’s: Into The Pit RECENSIONE | In conclusione
Into The Pit è sicuramente un esperienza che mi sento di raccomandare, a tutti i fan della serie e del suo mondo, però se non si è profondamente nella narrazione della saga, e soprattutto non si ha letto la serie di Fazbear Frights; mi sento di sconsigliare caldamente Into The Pit, in quanto potrebbe risultare un esperienza molto blanda.
Il titolo ha sicuramente le sue qualità, e le mostra tutte, però ha anche delle lacune enormi che spero che il team di sviluppo possa colmare, con un eventuale sequela Into The Pit.
Vi ricordo che potete comprare il gioco su Steam dal seguente LINK, e nel caso foste interessati in una release console il 27 settembre verrà rilasciato su: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S ed Xbox One; mentre per altre curiosità sulla saga, vi rimandiamo al nostro articolo.
Un ottimo titolo per i fan della serie, che pecca però di longevità e di narrativa.
Pro
- Gameplay loop divertente
- Riesce a mettere ansia al giocatore in modo intelligente
- Le sezioni del gioco sono ben strutturate
- I mini game prendono perfettamente lo spirito della serie
Contro
- Una longevità estremamente risicata
- Una narrativa abbastanza blanda e incompleta
- L'unico vero antagonista è Spring Bonnie, gli altri sono solo degli allarmi mobili