Steel Seed PROVATO | GAMESCOM 2024
Steel Seed provato alla Gamescom 2024 l'italianissimo titolo dei ragazzi di Storm In A TeaCup. Lo definiscono "Il Tomb Raider sci-fi", ma ci ha convinto?
Steel Seed provato alla Gamescom 2024 è stata l’occasione tra un Bratwurst e chiacchiere con sviluppatori d’oltreoceano per fare una tappa nel nostro bel paese con un hands-on decisamente interessante con i ragazzi di Storm in a Teacup, team romano, artefici di ottimi titoli come Close to the Sun e che ora si sono messi alla prova con un ambizioso progetto: Steel Seed.
Steel Seed si presenta come un’avventura d’azione stealth ambientata in un cupo mondo fantascientifico. In questo contesto, i giocatori vestiranno i panni di Zoe, una protagonista impegnata a esplorare una struttura sotterranea controllata da intelligenze artificiali. A farle compagnia c’è Koby, un drone volante che la aiuterà a superare le sfide disseminate in questo ambiente ostile.
Il gameplay di Steel Seed si concentra su un approccio stealth, dove la discrezione e la strategia sono fondamentali per sopravvivere. Zoe deve muoversi attraverso un ambiente complesso e dinamico, evitando pattuglie robotiche e utilizzando le sue abilità di parkour per guadagnare vantaggi tattici. Ma non si tratta solo di fuggire o nascondersi: il gioco offre anche momenti di combattimento intensi, in cui i giocatori potranno utilizzare una varietà di strumenti e armi per affrontare le minacce.
Quello che distingue Steel Seed da molti altri giochi d’azione stealth è la sua attenzione al dettaglio nel design dei livelli e nella narrazione. Ogni sezione della struttura sotterranea presenta sfide uniche, richiedendo al giocatore di adattarsi costantemente e di sfruttare al meglio le risorse a sua disposizione. La collaborazione tra Zoe e il drone Koby aggiunge un ulteriore livello di profondità al gameplay, permettendo di sperimentare strategie diverse e di esplorare nuove possibilità di gioco.
Steel Seed PROVATO | GAMESCOM 2024
Dopo una breve introduzione, ho scoperto con sorpresa che Jacopo, il Game Designer di Storm in a Teacup, vive a pochi passi da casa mia. Un dettaglio curioso che, come vedrete, ha un suo significato nel contesto di questo provato di Steel Seed. Ma prima, una premessa importante che ho condiviso subito con Jacopo e Roberto, presenti alla Gamescom di Colonia per rappresentare il team: avevo già avuto modo di provare Steel Seed.
Il mio primo incontro con il gioco è avvenuto durante lo Steam Next Fest, un evento che offre ai giocatori l’opportunità di scaricare e provare diverse demo. Tra le tante, Steel Seed ha catturato subito la mia attenzione, e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Pur avendo incontrato alcuni problemi di ottimizzazione, che sono già stati risolti, il gioco mi ha impressionato per la qualità generale.
Non sembrava affatto un prodotto italiano; al contrario, pensavo di avere tra le mani una produzione internazionale, magari realizzata da veterani del settore. Invece, scoprire che era stato creato da un team italiano situato così vicino a casa mia è stato una piacevole sorpresa.
Con una conoscenza preliminare del gioco, ho approfittato della mia sessione alla Gamescom per approfondire ulteriormente, facendo domande mirate a Jacopo e Roberto per ottenere più dettagli possibili su Steel Seed. Ho iniziato giocando il prologo, saltando le scene di intermezzo per evitare spoiler significativi, e ho subito notato le numerose migliorie apportate rispetto alla demo provata in primavera.
Il sistema di illuminazione, ad esempio, è stato completamente rivisto, offrendo un ambiente più coerente e immersivo grazie all’utilizzo del nuovo Unreal Engine 5, che è noto per le sue avanzate capacità grafiche ma anche per la sua complessità.
Il gameplay di Steel Seed è molto più di un semplice gioco d’azione; l’elemento stealth è fondamentale e ben implementato, permettendo ai giocatori di scegliere come affrontare le varie situazioni. Durante l’avventura, Zoe, la protagonista, ha a disposizione diversi strumenti per eliminare i nemici o aggirarli, garantendo una grande libertà d’azione.
Tuttavia, lo stealth non è obbligatorio: se scoperti, si può scegliere di fuggire per riprovare in seguito o affrontare i nemici direttamente. Questa seconda opzione, però, richiede abilità e tempismo, dato che Zoe non è esperta nel combattimento corpo a corpo e può essere facilmente sopraffatta.
Ricordate quando ho menzionato che Jacopo vive vicino a casa mia? Forse è stata proprio questa connessione, o l’atmosfera amichevole, ma ho avuto la possibilità di giocare oltre il prologo, esplorando sezioni avanzate del gioco e ricevendo anche qualche consiglio per sbloccare tutte le abilità disponibili fino a quel punto. Questo mi ha permesso di esplorare più a fondo le meccaniche complesse di Steel Seed.
Il titolo di Storm in a Teacup offre una notevole flessibilità nell’approccio. Zoe può utilizzare vari strumenti, come Koby, il drone, che ad esempio, può lanciare granate speciali per creare coperture e rendersi invisibile. Questo consente di creare percorsi sicuri e avvicinarsi ai nemici per eseguire eliminazioni silenziose.
Koby invece è anche controllabile direttamente, offrendo una prospettiva di gioco alternativa, con Zoe utilizzata principalmente per navigare fisicamente nell’ambiente e sfruttare il simpatico drone per fare piazza pulita dei nemici. Durante la sessione di gioco, ho notato una grande libertà nelle meccaniche. La combinazione di strumenti offensivi e furtivi permette diverse strategie, creando un’esperienza di gioco che premia l’inventiva e la sperimentazione.
Mi sono divertito a mescolare diverse tattiche, dalle azioni furtive fallite all’uso creativo dell’ambiente per eliminare i nemici, sotto gli sguardi incuriositi di Jacopo e Roberto.
In generale, sono rimasto anche colpito dall’estetica artistica di Steel Seed. L’intera avventura si svolge all’interno di una struttura che sfrutta l’energia di un nucleo centrale sempre visibile. Le diverse zone attorno a questo nucleo fungono quasi da hub ricorrente, mantenendo una coerenza visiva tra di loro, ma variando nei biomi e nelle ambientazioni.
In Steel Seed in fin dei conti c’è di tutto: un po’ di Tomb Raider (in una sua versione sci-fi), influenze stealth alla Ghost of Tsushima, e richiami evidenti a anime e manga giapponesi. Questo mix di influenze è stato pensato per attrarre sia il pubblico occidentale che quello orientale, e il fatto che sia stato realizzato da un team italiano riempie di orgoglio.
Lascio la Gamescom con la voglia di continuare a giocare a Steel Seed. Il gioco promette molto, con una difficoltà bilanciata che offre una buona sfida e lascia al giocatore la libertà di scegliere come affrontare ogni situazione. Che si scelga lo stealth, il combattimento, o una combinazione di entrambi, ogni approccio è valido finché si evita il game over. Con il lancio previsto entro la fine dell’anno o nei primi mesi del 2025, Steel Seed di Storm in a Teacup è sicuramente un titolo da tenere d’occhio.