Songs of Silence PROVATO | GAMESCOM 2024
Gioco di strategia in tempo reale, un Indie con un art style unico!
A Gamescom 2024 ho avuto l’onore e il piacere di provare nell’area indie Songs of Silence, un gioco di strategia che mi ha subito colpito grazie al suo art style unico.
Songs of Silence – un gioco dallo stile unico
Ho scritto spesso “dallo stile unico” negli ultimi articoli riguardandi la fiera di Colonia, ad esempio parlando di Bands of Crusaders e Arsène Lupin: Once a Thief: c’è chi sente questa espressione troppo ripetitiva con la conseguenza di risultare appiattente, ma io lo vedo come un ottimo segno di una fetta di industria e sviluppo che non si ferma e non si vuole fermare al livello di realizzazione di una copia di giochi più famosi per vendere, anzi, che si sforza di comporre delle opere originali che riescano anche a mandare un messaggio a loro caro.
È il caso di questo Songs of Silence che ha dalla sua parte una storia semplice, ma che cerca di veicolare una morale importante, soprattutto ai giorni nostri; ha un gameplay che è la mescolanza pesata di varie meccaniche che insieme funzionano e divertono; infine ha anche un aspetto visivo che tiene testa a molti altri videogiochi dal budget importante. Andiamo a vedere questi aspetti nello specifico.
Ad ogni storia la sua morale
La storia prende luogo in una terra divisa da fazioni in continua lotta le une contro le altre, senza tregua. Un giorno però una nuova minaccia si presenta alle porte di questo impero: le varie fazioni riusciranno ad allearsi per far fronte a un nemico comune o i risentimenti sono così radicati nei loro cuori che saranno questi a vincere su di loro? Questa la domanda fondamentale che guiderà il nostro comandante Lorelai alla ricerca di alleati in tutto il paese.
La speranza è ancora presente nel suo cuore, ma negli altri? La nostra avventura si snoderà tra riconquista di antiche roccaforti cadute nelle mani del “Silenzio” e ricerca di truppe amiche che combatteranno al nostro fianco. Come racconta la Lead Designer, la morale serba la speranza che tutte le tre fazioni discendenti da una stessa razza riescano a superare i loro pregiudizi e riunirsi insieme contro un male comune.
Tuttavia non sarà facile visto che alcune scelte non saranno semplici da compiere o potrebbero non piacere al giocatore, muovendosi tutto tra i toni del grigio, non necessariamente il dicotomico nero e bianco.
Gameplay tra turni, tempo reale e carte
Per quanto riguarda il gameplay, questo si snoda in un controllo a turni di armate con i loro campioni o comandanti in una mappa ampia e libera da esplorare, con avamposti e castelli da attaccare e far salire di livello per proteggere la zona. Questo primo livello di gioco permette appunto di preparare le truppe, reclutarle, scambiare plotoni tra le nostre armate e dall’altra parte esplorare per attraversare la fog of war e incontrare NPC o tesori.
È possibile fare imboscate ai nemici che si muoveranno nella mappa e passare quindi alla schermata di battaglia in tempo reale: i due schieramenti nei due lati opposti dello schermo si fronteggiano; quello che possiamo fare noi è attivare delle abilità speciali sottoforma di carte che aiuteranno le nostre truppe a sconfiggere gli avversari e che potenzieremo o sbloccheremo a mano a mano che il nostro comandante salirà di livello. Non sarà tuttavia cosi semplice, perchè anche i comandanti nemici avranno a disposizione le loro carte!
Trovandoci in un contesto fantasy sono presenti magie diverse, comprese quelle di cura sotto forma di abilità o di unità rigeneratrice da posizionare preferibilmente in retroguardia. Non solo magie ma anche spiriti e animali magici che saranno di grande aiuto.
Art style ispirato all’Art Nouveau
Come ho accennato, l’art style che caratterizza questo gioco è particolare e ben realizzato. Richiama nello specifico l’Art Nouveau, corrente artistica europea di fine ‘800 e inizio ‘900 caratterizzata da motivi floreali e vegetali dalle linee eleganti e sinuose e dai colori chiari e tenui. Uno tra gli esponenti più famosi di questa corrente è Alphonse Mucha che realizzava pubblicità di pregio con al centro una figura umana finemente disegnata circondata molto spesso da fiori e animali.
Proprio a questo artista il gioco fa rifterimento riuscendo a riprodurre il suo stile in un contesto nuovo, il fantasy medievale, ma mantenendo i tratti distintivi riconoscibili, il che non è un’impresa da poco conto. Infatti insieme alle splash art fuori e dentro il gioco, più semplici da realizzare perchè usano lo stesso medium, l’illustrazione 2D, la vera sfida si è rivelata la trasposizione nel 3D delle mappe e dei personaggi di quello stesso stile il cui risultato è convincente in tutti i suoi punti.
C’è da aggiungere che le illustrazioni delle carte mi hanno richiamato alla mente i tarocchi di Dragon Age Inquisition e il mood visivo mi ha fatto pensare alla serie di fumetti italiani Lumina.
Come ultima nota, ma non certo per importanza, le musiche sono composte niente di meno che da Hitoshi Sakimoto, artista che ha realizzato le soudtrack di Final Fantasy Tactics, Final Fantasy 12 e Valkyria Chronicles. Qui potrete trovare un’intervista con Sakimoto nel canale Youtube ufficiale di Songs of Silence per saperne di più sulla composizione delle musiche.
In conclusione
Usare spesso la parola “originale” è solo un bene, mostra una passione e una voglia di sperimentare nuovi medium per poter comunicare. Ecco perchè ritengo Songs of Silence un gioco originale e unico, da provare.
Il gioco si trova ora in forma di demo o in accesso anticipato, senza una data di uscita definitiva. Se però siete curiosi vi lascio qui la pagina di steam per aggiungerlo in wishlist e mostrare il vostro supporto ai developers!