Darkest Dungeon 2 RECENSIONE | Alle radici dell’Orrore
A più di un anno dall’uscita su PC Darkest Dungeon 2 è finalmente pronto a far precipitare i giocatori console nell’abisso della disperazione. Vediamo come se la cava il nuovo titolo di Red Hook Studios nella nostra recensione!
Darkest Dungeon 2, un viaggio verso l’ignoto.
Partiamo da un presupposto: Darkest Dungeon 2 è ben diverso dal suo acclamatissimo predecessore, considerato a ragione una pietra miliare del genere roguelike (qui la recensione del primo Darkest Dungeon). Le differenze sono sostanziali, ma la prima a saltare all’occhio è nella struttura stessa del titolo.
Darkest Dungeon 2 abbandona infatti la componente gestionale di base e party in favore di partite più lunghe e meno collegate tra loro. Non troveremo più dungeon da esplorare dosando le forze dei nostri eroi, ma disperati viaggi senza ritorno a bordo di una sgangherata diligenza, una bara su ruote che rappresenta l’unica speranza di raggiungere la nostra destinazione: la Montagna, cuore del lovecraftiano male che ha infettato il mondo.
Immediatamente salta all’occhio la cura riservata all’aspetto grafico e artistico di Darkest Dungeon 2: le ambientazioni e le musiche sono particolarmente evocative, così come le animazioni di eroi e nemici durante le battaglie, che risultano esteticamente più piacevoli rispetto al predecessore.
Eroi, ma non troppo.
Ogni run di Darkest Dungeon 2 inizia con due scelte ben precise: il capitolo della storia da affrontare, che influisce su vari aspetti della partita quali il boss finale e i biomi, e il party che ci accompagnerà nel viaggio: trattasi di quattro combattenti su un totale di quindici disponibili, sebbene uno di essi sia legato al completamento di una missione e un altro sia reclutabile solo a run inoltrata.
Ogni personaggio rappresenta una classe con un ruolo inizialmente ben definito, ma che può essere ampliato con il proseguire del gioco. E’ infatti possibile sbloccare nuove abilità che, insieme alla scelta del Percorso, una sorta di ulteriore specializzazione che potenzia alcune statistiche o abilità a discapito di altre, permettono un’enorme livello di personalizzazione degli eroi e di possibili sinergie nel party.
E’ bene a questo punto sottolineare un’altra differenza con il primo Darkest Dungeon. Gli eroi non sono più vittime del permadeath, e la loro morte nel corso di una run non impedisce l’utilizzo del medesimo personaggio e relative abilità e percorsi sbloccati nel corso della partita successiva. Questo potrebbe apparentemente ridurre la posta in gioco e la difficoltà, ma non fraintendete: Darkest Dungeon 2 è comunque un titolo brutalmente difficile.
La speranza non è di casa.
Darkest Dungeon 2 adotta una struttura ad albero per la scelta del percorso della diligenza, in maniera simile a quanto avviene ad esempio in Slay The Spire. Potremo solo muoverci in avanti e ad ogni bivio ci verrà chiesta la direzione da prendere. Certi oggetti, abilità ed eventi permettono di perlustrare in anticipo i vari percorsi e decidere quindi dove dirigersi, ma in molti casi si tratterà di una scelta casuale.
Ogni “nodo” della mappa rappresenta un punto di interesse che porta ad eventi di vario tipo, alcuni rischiosi, come combattimenti, spesso opzionali, contro nemici pericolosi che però offrono ricompense elevate, altri più tranquilli come mercanti e ospedali dove poter spendere le nostre risorse.
Tendenzialmente anche il percorso tra un nodo e il successivo offre un evento di minore importanza, questa volta quasi sempre negativo, come imboscate di piccoli gruppi nemici o strade dissestate che danneggiano la nostra diligenza costringendoci poi a ripararla.
Tali eventi comprendono spesso l’innalzamento del livello di Empietà che, se non abbassato tramite combattimenti più impegnativi, porta a un graduale inasprimento della difficoltà delle fasi finali della run.
Il nemico più pericoloso è dentro di noi.
La meccanica dello stress fa ritorno in Darkest Dungeon 2, seppur fortemente rivisitata. Ogni eroe può veder aumentato o diminuito il proprio livello di stress in svariati modi in battaglia, come infliggendo o subendo colpi critici o alterazioni di stato, ma anche al di fuori della stessa, per esempio scegliendo una strada diversa da quella che suggerisce ad un bivio o decidendo o meno di affrontare un certo combattimento.
Il completo riempimento della barra di stress di un eroe porta ora a due sole alternative possibili, crisi, che riduce fortemente i punti salute e il rapporto con gli altri personaggi, o determinazione, che invece ha l’effetto opposto. E qui arriviamo ad una delle novità principali, il rapporto tra gli eroi.
Ogni eroe ha infatti una propria opinione nei confronti degli altri tre, espressa da un valore numerico tra 0 e 20, decisa da fattori quali accordo o disaccordo in determinate decisioni o utilizzo o meno di abilità che beneficino l’altro in battaglia. Questo influisce sulla probabilità di sviluppare un rapporto, che può essere positivo come fiducia e amore o negativo come invidia o odio.
Ogni rapporto porta un effetto aggiuntivo per un’abilità casuale a testa ai due eroi interessati, come cura o aumento di statistiche del compagno quando l’abilità viene utilizzata o, in caso di rapporto negativo, aumento di stress o diminuzione di statistiche.
In caso di emozioni molto forti come amore o odio gli eroi possono anche attivare eventi casuali come salvare l’amato ferito da un attacco fatale o, al contrario, pugnalare alle spalle il rivale in un momento di debolezza.
Combattimenti disperati.
Il punto di forza di Darkest Dungeon 2 è indubbiamente il suo curatissimo sistema di combattimento, ereditato in gran parte dal predecessore ma con l’aggiunta di meccaniche ben riuscite quali il sistema di buff e debuff basato sui token.
Eroi e nemici sono sempre schierati in una di quattro posizioni, sebbene alcuni nemici più grandi possano occuparne più di una, e ogni abilità può essere lanciata da determinate posizioni e colpirne altre. Questo, unito alla possibilità di muovere i combattenti tramite l’uso di abilità incrementa ulteriormente le già enormi potenzialità di un sistema di combattimento che mette certamente in luce il gran numero di classi e abilità a disposizione.
Sebbene ogni eroe abbia infatti un proprio ruolo che lo rende più adatto a determinate posizioni sul campo di battaglia, è possibile modificare a tal punto le sue abilità da cambiare completamente la sua funzione senza fargli perdere efficacia.
Nonostante ciò, la casualità è sempre in agguato in Darkest Dungeon 2, osserva il party dall’oscurità e aspetta il momento giusto per colpire, letale. Anche la squadra più organizzata, il bioma più conosciuto, il nemico più sottovalutato, non possono nulla di fronte ad un colpo critico al momento sbagliato, un improvviso commento di un compagno mal ricevuto da un altro, un avversario sopravvissuto in punto di morte.
E la situazione peggiore non è quasi mai la morte, perché essa raramente arriva in fretta; è la palude, la lenta, inesorabile agonia di una partita che potrebbe proseguire ma è ormai condannata ad un costante declino dove il miracolo non è più un passo verso la vittoria, ma verso una tomba a qualche lega di distanza.
Conclusione
Darkest Dungeon 2 è in conclusione un roguelike eccezionale che, pur perdendo un po’ dell’atmosfera che caratterizzava il predecessore, riesce con successo a migliorarne la formula sotto altri punti di vista. Fate attenzione però: anche nell’ambito di un genere noto per la sua difficoltà, sono veramente pochi i titoli in grado di competere con il senso di pura impotenza che accompagna chi è disposto a inoltrarsi nel Darkest Dungeon.
Darkest Dungeon 2 è disponibile per PlayStation 5, Xbox Series S|X, Nintendo Switch e PC. Se sei interessato all’acquisto del gioco, puoi farlo seguendo questo link su Steam!
Un roguelike eccezionale.
Pro
- Grande libertà di personalizzazione degli eroi.
- Ottimo bilanciamento.
- Graficamente curatissimo.
Contro
- A tratti molto frustrante.