Flintlock The Siege of Dawn RECENSIONE | Un souls lite bipolare

Il mio articolo Flintlock The Siege of Dawn RECENSIONE comincia con una amara riflessione. I souls spopolano nel mondo videoludico, sia nelle loro forme più pure che nelle loro contaminazioni nuove e spesso divertenti.

In questo panorama nasce quindi Flintlock The Siege of Dawn un mix di azione e souls che punta a conquistare una fetta di utenza che trova i souls puri troppo complessi o che semplicemente predilige un azione più secca e immediata.

Flintlock The Siege of Dawn RECENSIONE | Tra magia e polvere da sparo

Ci troviamo in un epoca in cui regnano sovrani magia e mito, una cultura lenta, conservatrice e legata alle tradizioni. In questo panorama arcaico irrompe però l’innovazione tecnologica portata dalla polvere da sparo e di colpo tutto si rende più difficile.

Governi si muovono, eserciti si preparano a combattere e ben presto la magia diventa qualcosa di oscuro e dimenticato.

La nostra protagonista  Nor Vanek è parte attiva dell’esercito della coalizione che impegnato nello sfondamento del nemico finisce per risvegliare qualcosa nell’abisso che forse sarebbe stato meglio dimenticare.

Ci si ritrova cosi, con una trovata neanche troppo originale a collaborare con una divinità minore nella battaglia che vede schierati gli umani contro le divinità.

Se avete un background videoludico ormai avrete capito perfettamente che questa non è di certo una trama originale. Questo cliché è stato sfruttato in cosi tante occasioni che farne esempi sarebbe solo fiato sprecato.

Flintlock The Siege of Dawn riesce a dargli però una pennellata di originalità fondendo divinità dal sapore egizio con una guerra che ricorda quella civile americana.

Per lo meno un accoppiata simile non l’avevo ancora vista.

Il gameplay

Come detto in apertura i souls regnano sovrani in questo quotidiano da gamer e lo studio A44 Games decide di sfruttare a piene mani da ciò che conquista e cattura. Ci si ritrova a fondere così un anima alla God of Wars con un pelo di Souls a cui hanno sapientemente aggiunto un po di velocità e di azione.

La nostra eroica e la sua divinità accompagnatrice hanno la possibilità di utilizzare attacchi corpo a corpo e armi da fuoco. Partirete con una accetta tipo tomahawk con la quale concatenare attacchi veloci e pesanti. A essa si unisce subito la pistola che con i suoi tre colpi permette di spezzare la guardia nemica in velocità e sicurezza.

Concatenando questo alla schivata e al salto Flintlock The Siege of Dawn orchestra una coreografia di attacco davvero soddisfacente e piacevole. Naturalmente nel corso dell’avventura si aprirà un albero delle abilità semplice ma sempre appagante che vedrà crescere le abilità della protagonista mantenendo alto il già ottimo gameplay.

Nor inoltra si avvantaggia in battaglia e nelle fasi esplorative dell’aiuto di Enki, la nostra volpe divinità che conferisce alla protagonista abilità sempre nuove e utili. Per esempio sfianca i nemici a distanza e ci permette tramite un attacco caricato di sbaragliare i nemici.

Ma dove sta la parte souls?

La parte souls di Flintlock The Siege of Dawn risiede in due piccoli particolari. Primo si acquista esperienza con le uccisioni, le combo e l’esplorazione (ma si deve premere un tasto per acquisirla) ma è spendibile solo in determinati punti come le grazie di Elden Ring per capirci; Secondo, ogni combattimento prevede capire il pattern nemico, schivare e parare, altrimenti morirete e perderete tutto.

Lo trovo un po’ poco per chiamare Flintlock The Siege of Dawn un souls ma come si evince dall’editoriale, di Luca Donato Mandorini apparso sulle nostre pagine e reperibile a questo link, una grossa fetta di pubblico vuole i souls ma li vuole facili.

Manca anche tutta la parte di build, upgrade e potenziamento spesso presente nel genere. Si avranno sempre nuovi attacchi e armi a distanza crescendo nell’avventura ma mai nulla di paragonabile a un Sekiro o simili il che fa scappare velocemente via coloro che cercavano un anima maggiormente competitiva in Flintlock The Siege of Dawn.

Atmosfera di gioco e mappa

La mappa è vasta ma molto limitata. Flintlock The Siege of Dawn non è un open world, e la progressione è piuttosto lineare e basilare. Le quest secondarie sono ignorabili e non offrono nulla più all’avventura in se che comunque si difende bene sotto il lato artistico.

Nemici, NPC e ambientazioni sono curate e interessanti e fanno a volte strabuzzare gli occhi. Le scene di intermezzo, i volti, i personaggi e le animazioni sono molto ben costruite e fluide a patto di avere l’hardware giusto, come vi dirò tra poco.

Personalmente ho trovato la colonna sonora interessante ma non di certo sbalorditiva, ma che comunque riesce ad accompagnare il giocatore per il corso della sua avventura.

Alcune bossfight sono titaniche e interessanti anche se non paragonabili attualmente a capolavori come Erdtree.

Ma… come gira?

Per ora, e cioè prima del lancio il titolo si comporta bene solo su PS5. Per giocarci su PC avrete bisogno di una bestia di computer e non pensate neanche di poterci giocare su Steam Deck perché in assoluto ve ne pentireste e vi rovinereste l’esperienza.

I cali su PC di fascia medio bassa e sulla deck sono impressionanti e rendono il titolo spesso ingiocabile anche impostando settaggi completamente bassi. Questo obiettivamente è l’unico vero punto a sfavore di Flintlock The Siege of Dawn dato che la mappa da gestire e la quantità di nemici permetterebbero anche alla Steam deck di poter far godere il giocatore.

Sono certo che il team di sviluppo saprà presto ottimizzare il prodotto per renderlo fruibile a tutti.

Flintlock RECENSIONE | Le mie conclusioni

Flintlock The Siege of Dawn è un titolo con tanta carne al fuoco che doveva però essere cucinata meglio. Bisognava soffermarsi di più sull’ottimizzazione e la realizzazione di quello che poteva essere un grosso capolavoro ma che pero ora è solo un titolo godibile.

Spero vivamente che l’esperienza del team di sviluppo sappia ottimizzare e arricchire l’esperienza di gioco offerta poiché il titolo cattura e diverte.  

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