Resident Evil, 28 anni di amore tra zombie e virus

Resident Evil oggi festeggia 28 anni e possiamo affermare che questa saga videoludica ha cambiato le carte in tavola, sotto molti aspetti

Resident Evil
Benvenuti nell'orrore, dopo 28 lo amiamo ancora

Resident Evil è nato ben 28 anni fa quando nel 1996 è uscito il primo titolo di questa saga survival horror che avrebbe cambiato il mondo dei videogiochi. 22 marzo 1996 è infatti la data di uscita di “Bio Hazard” in Giappone, primo capitolo survival horror prodotto da Capcom per PlayStation 1, titolo che ha stravolto completamente il genere mettendo le basi per una delle meccaniche più peculiari del titolo, la componente survival: hai poche risorse, nessuno ti aiuta e devi giostrarti gli oggetti in modo intelligente e calcolato. Bio Hazard è una serie videoludica che è stata in grado di inserire mostri contestualizzati nella parentesi scientifica del mondo di gioc, e ambientazioni soffocanti e labirintiche capaci di creare un’atmosfera lugubre, cupa e terrificante.

Giocare ai primi RE signifca essere costretti, e dover imparare, a organizzare le proprie decisioni, il propro percorso e le proprie risorse in modo tale da non rimanere a secco di munizioni o erbe curative proprio quando bisogna affrontare un boss o più nemici insieme; rimane il problema che nella prima run noi non sappiamo nulla e possiamo solo contare sul nostro istinto di sopravvivenza videoludica.

Resident Evil, l’alba dei morti viventi

Il 22 marzo 1996 approda su PlayStation il primo capitolo della saga giapponese Bio Hazard, nota al mondo come Resident Evil, targata Capcom. Shinji Mikami e Tokuro Fujiwara sono i creatori di questo primo titolo con il quale hanno voluto stravolgere il mondo dei videogiochi grazie a un ritmo altamente adrenalinico e comunque capace di creare momenti di puro terrore.

Prendere quattro personaggi e scaraventarli in una villa in mezzo alla foresta infestata da morti viventi è stata un’idea originale che ha preso spunto da Sweet Home, GDR giapponese firmato Capcom e prodotto da Mikami e Fujiwara. Sweet Home è incentrato sulla risoluzione di enigmi per scappare e Resident Evil ha molti punti in comune con questo titolo.

Infatti per poter proseguire all’interno della villa Spencer si devono risolvere diversi enigmi che ci fanno sbloccare percorsi segreti o chiavi speciali per accedere a nuove stanze o aree. I protagonisti sono Chris Redfield, Jill Valentine, Albert Wesker e Barry Burton, che formano la squadra Alpha della STARS, e ad inizio gioco ci viene chiesto di scegliere con chi giocare: Chris o Jill.

Jill Valentine
Se giochi con Jill avrai vita facile con le serrature

Scelte diverse, percorsi diversi

Già anche solo la possibilità di scegliere chi comandare tra Jill o Chris è una svolta epocale nei videogiochi, nei quali fino a quel momento ci eravamo sempre e solo trovati davanti ad un solo protagonista da comandare; inoltre scegliere la soldatessa o il soldato comporta dei cambiamenti a livello di gameplay e filmati perchè ognuno di loro ha caratterisitche proprie e queste li porteranno ad incontrare persone diverse in momenti diversi.

Ad esempio, se scegliamo Chris, puntiamo tutto sulla forza fisica, ma avremo meno spazio nel menu portaoggetti. La sua arma “speciale” sono delle granate che può mettere in bocca agli zombie e fare loro saltare la testa sparandogli (essendo Chris il tiratore scelto della STARS ha più chance di fare centro in un colpo solo). Invece se giochiamo con Jill avremo meno resistenza (anche se comunque abbastanza buona) però abbiamo più slot nel menu e possiamo accelerare i tempi di esplorazione grazie alla sua arma “speciale”, ovvero il grimaldello. Dato che Jill è nota per essere la “Master of Unlocking” (in inglese sarebbe Mistress essendo Jill una donna ma nel mondo RE è soprannominata esattamente così) possiamo sbloccare le serrature più semplici velocemente mentre Chris ha normalmente bisogno delle chiavi piccole.

Jill Sandwich 1
Appena in tempo per salvarla e dire la frase epica

Jill sandwich, una maledizione diventata storia

Abbiamo detto che in base a chi scegliamo non solo abbiamo doti diverse ma incontriamo anche personaggi diversi. Infatti all’inizio questi si dividono e se giochiamo con Chris incontreremo Rebecca durante la partita. Rebecca è il membro più giovane della squadra Bravo ed è il loro medico quindi possiamo usufruire delle sue cure per un paio di volte. Inoltre Chris non è capace a suonare il pianoforte e uno dei primi enigmi del gioco sarà proprio quello di suonare un preciso brano per sbloccare un passaggio segreto. Per fortuna c’è Rebecca che, dopo un pò di esercizio, riesce a risolvere l’enigm,a perchè se fosse stato per Chris saremmo rimasti ancora bloccati alla villa Spencer.

Destino del tutto diverso per Jill che sa bene come suonare un pianoforte e riuscirà da sola a risolvere quell’enigma. Tuttavia la soldatessa avrà bisogno dell’aiuto di un suo compagno di squadra quando, prendendo un fucile dalla parete, il tetto della stanza inizierà a scendere verso di lei, con lo scoppo di schiacciarla contro il pavimento, ma la prontezza di Barry salva Jill condannandola però all’eterno meme “Jill sandwich”.

Dopo il primo RE sempre la stessa storia

Il primo Bio Hazard, così come il secondo e il terzo, ha i comandi tank e la telecamera fissa in modo tale da rendere il gameplay ancora più ostico e complicato per mettere ansia a chi gioca; questo tipo di comandi e di visualizzazione ci permettono di vedere solo precise parti di area e di muoverci in modo molto meccanico. Se giriamo l’angolo e notiamo una testa di zombie in primo piano in alto a destra ci viene un infarto perchè non ce lo aspettavamo, ed è proprio questa la magia della telecamera fissa: non puoi spostarla come vuoi ed è il gioco a decidere dove e come farti spaventare a morte.

I comandi tank servono anche ad aumentare la tensione durante i momenti di fuga perchè non sono fluidi e ci incastriamo facilmente nei mobili della villa ma anche nei vicoli di Raccoon City, seconda ambientazione per Resident Evil 2 e 3. Dopo il titolo del ’96 ci spostiamo all’aria aperta con RE2 e RE3 rispettivamente del 1998 e 1999.

RE2
Il secondo titolo da paura di Capcom

Resident Evil 2 e Resident Evil 3, benvenuti a Raccoon City

Nel 1998 esce sempre per PlayStation 1 Bio Hazard 2 con una grande novità: l’ambiente di gioco non è più un’opprimente villa in mezzo alla foresta ma una città piena zeppa di morti viventi, luoghi distrutti e veicoli sfasciati. Adesso siamo a Raccoon City, la piccola cittadina adiacente alla foresta dove si trova la villa del primo capitolo.

Nonostante ci si ritrovi in città e quindi in un luogo aperto, la sensazione di claustrofobia permane a causa dei vicoli stretti e bui, delle macchine incidentate sparse per la strada e per gli zombie dietro ogni angolo, che ti costringono a fare una sorta di slalom per evitare tutti gli ostacoli, una sensazione davvero spiacevole.

Anche RE2 ci offre la scelta di giocare con due protagonisti diversi: Leon Scott Kennedy e Claire Redfield. Anche in questo caso il percorso e i personaggi cambiano: se giochiamo con il neo poliziotto possiamo incontrare la spia Ada Wong, se scegliamo la sorella di Chris incontriamo Sherry Birkin, ovvero la figlia degli scienziati William e Annette Birkin.

Dopo RE3 cambio radicale

La storia di Resident Evil 2, come quella dell’1, vede comunque i due personaggi riunirsi verso la fine, dopo la separazione che avviene ad inizio gioco: infatti vediamo come Jill e Chris nel primo e Leon e Claire nel secondo riescono a sopravvivere all’incubo. I Resident Evil 3 le cose cambiano leggermente ma sempre con lo scopo finale di una fuga dalla città.

In RE3 non abbiamo scelta di personaggio perchè comandiamo solo Jill (tranne in una parte) però la grande novità del gameplay sono le scelte multiple che possiamo compiere durante la partita: ad esempio quando incontriamo il Tyrant Nemesis, che diventerà l’incubo peggiore di Jill, possiamo scegliere se affrontarlo o scappare dentro la stazione di polizia.

Ogni singola scelta che preferiamo ad un’altra andrà ad inficiare sul percorso di Jill che non cambierà il risultato finale (lei riesce comunque a scappare da Raccoon City) ma ne cambieranno i percorsi e i filmati durante tutta la partita. L’aggiunta delll scelte multiple ha permesso di poter giocare il titolo più volte senza mai annoiarsi perchè davvero sempre diverso.

RE Code Veronica
Il capitolo più fraterno di tutti

Reisdent Evil nell’era moderna

Dopo l’era della PlayStation 1 arriviamo a quella PlayStation 2 con due titoli strettamente collagati alla trama principale usciti per questa console (non consideriamo i due Resident Evil Outbreak perchè nonostante siano ambientati a Raccoon City i protagonisti non sono i soliti e non ci saranno in altre titoli RE). Stiamo parlando di Resident Evil Code Veronica X, uscito su PS2 nel 2001, che vede come protagonisti i fratelli Redfield contro i loro antagonisti: i fratelli Ashford.

Questo titolo non ci fa scegliere con chi giocare ma alterna i personaggi durante la partita. Iniziamo con Claire per poi passare a Chris da circa metà gioco fino alla fine, ma anche qui incontriamo personaggi diversi: Claire conosce Steve e Chris incontra il suo ex capitano Albert Wesker dopo il tradimento alla STARS avvenuto nel primo RE.

Nel 2005 per PlayStation 2 esce il titolo Capcom più munto di tutti: Resident Evil 4. Questo capitolo è disponibile per qualsiasi console mai prodotta dal GameCube in poi e rivede come protagonista Leon S. Kennedy nelle vesti di salvatore della figlia del presidente, Ashley Graham. Giochiamo solo con lui tranne che per un breve pezzo dove vestiamo i panni della ragazza.

RE5
Ritorna il trio della storia: Chris, Jill e Albert

Da Resident Evil 5 fino ad oggi

Dopo RE4 tornano Chris e Jill come protagonisti in Resident Evil Revelations e abbiamo un ricordo vago della villa Spencer perchè l’ambientazione è una nave (più precisamente tre navi diverse) con lo stile della villa dato che l’archittettura è stata progettata da George Travor. Anche qui c’è alternanza di protagonisti, senza che la scelta ricada su di noi.

Resident Evil 5 sbarca su PS3 nel 2009 e segna la svolta decisiva dell’intero franchise dopo che RE4 gli aveva dato l’input (soprattutto per i comandi non più tank e per la telecamera sopra la spalla, abbandonando quindi che quella fissa). RE5 ha come protagonista Chris che deve affrontare l’incubo in Africa assieme alla sua partner Sheva per poter ritrovare la companion storica, ovvero Jill, data per morta.

Durante questo suo inferno tanto luminoso per il sole d’Africa quanto oscuro e tenebroso per i mostri che devono affrontare, Chris si convincerà sempre di più che Jill è ancora viva dopo il suo sacrificio per salvargli la vita nel DLC “Incubo senza uscita”, ma scoprirà anche che il loro peggior nemico (Albert Wesker) è ancora vivo.

RE8
Ultimo capitolo di RE (Per ora) con Chris e Ethan in primo piano

RE6, RE7, RE8, siamo arrivati al 2024

Nel 2012 esce Resident Evil 6 e malgrado ci siano i big della storia principale (Chris, Leon e Ada), questo non ha avuto molto successo per via dei diversi stili ammucchiati insieme in base alla giocabilità dei personaggi: se infatti Chris ha una campagna più basata su meccaniche sparatutto, per Leon l’esperienza è più vicina al survival horror, infine per Ada tutto è… più stealth.

Dopo 5 anni esce Resident Evil 7 e nonstante ci siano personaggi del tutto diversi e una trama completamente rinnovata, riesce a fare più successo del sesto titolo perchè assume toni decisamente più da survival horror (malgrado la sua telecamera in prima persona che poco c’entra con il genere e quell’uomo che afferma di essere Chris ma che non ci somiglia un’acca).

Nel 2021 esce l’ultimo titolo (per il momento) della saga videoludica Resident Evil, ovvero Village, anche lui con telecamera in prima persona (ma con l’aggiunta di scelta per la terza persona, fortunatamente) e con Ethan come protagonista (lo stesso del 7). In Resident Evil 8 persiste l’atmosfera soffocante che abbiamo riscontrato in tutti i RE e torna il castello del 4, o meglio un ricordo del quarto, perchè in Village è abitato da vampiresse gotiche mentre nel 4 da un omino piccino spagnolo di nome Ramon Salazar. In questo RE8 torna Chris in tutto il suo splendore, con un atteggiamento più simile al Chris che ricordiamo, tanto che fuma pure, in riferimento a RE1 e RE6.

Insomma oggi festaggiamo 28 anni all’insegna dell’amore e del terrore che Resident Evil ci fa provare ogni volta che lo giochiamo. In questi anni il mondo di RE è davvero cambiato e maturato aggiornando molti aspetti sia dal punto di vista del gameplay che da quello della storia, ma rimanendo comunque fedele alla trama principale ancorata alla vecchia, nostalgica e tanto amata guardia formata dai primi protagonisti della saga.

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