Silent Hill The Short Message RECENSIONE | L’oscurità della psiche umana e non solo
Il nostro articolo Silent Hill The Short Message RECENSIONE parte con la riflessione che il “The Short Message” serve proprio come dichiarazione di intenti da parte di Konami, un breve messaggio per comunicare al pubblico l’impronta che la software house vuole dare a uno sei brand più famosi della storia dei videogiochi nei futuri capitoli. Erano ormai anni che i fan aspettavano il ritorno di Silent Hill e pian piano “il fiore sta sbocciando” (giusto per citare il tema dei fiori presente nello stesso gioco) ma come sta sbocciando?
E soprattutto quanto Konami si sta prendendo cura del suo fiore? Dopo un trailer presentato allo state of play di Sony del 31 gennaio del remake di Silent Hill 2, la software house ci delizia con una sorpresa inaspettata, ovvero il tanto vociferato “The Short Message” rilasciato gratuitamente sul PlayStation store da scaricare alla fine dell’evento. Io oggi, da grande fan della cittadina maledetta, sono qui a raccontarti quanto questo capitolo della serie (non è uno spin off) sia un’esperienza assolutamente da provare, con tutti i suoi pro e suoi contro.
Silent Hill The Short Message RECENSIONE | L’obiettivo di Konami
È chiaro che con The Short Message, Konami voglia far sì che Silent Hill sia aggiornato affinché esista nella nostra epoca. Ciò non significa solo che alcune delle conversazioni in-game avvengono tramite SMS o comunque tramite lo smartphone, ma include anche l’inserimento di eventi recenti come la pandemia di COVID-19 che ci ha colpito negli ultimi anni direttamente nella narrazione.
Il gioco pone i giocatori nei panni di Anita, un’adolescente che sta cercando la sua amica Maya in un complesso di appartamenti abbandonato. Il complesso però non si trova nella città di Silent Hill, è in una città tedesca immaginaria chiamata Kettenstadt e anch’essa, si scoprirà, è in qualche modo maledetta. Basta effettivamente solo questo per ricordarsi di Silent Hill?
Perché chiamarlo Silent Hill allora, a parte il riconoscimento del marchio? È d’aiuto il coinvolgimento dei membri del Team Silent originale (Masahiro Ito ha disegnato le creature e Akira Yamaoka ha composto la musica per The Short Message), ma durante l’esperienza c’è la fastidiosa sensazione che questo titolo potesse essere chiamato in qualsiasi altro modo.
A prima vista, Silent Hill: The Short Message sembra davvero voler essere P.T., inserendo un pizzico di Resident Evil 7 e Resident Evil Village, scelta che rende ancora più interessante il risultato finale, molto più vicino a un Life is Strange che a una qualsiasi altra IP.
Attenzione, però: ciò non sminuisce il titolo, in quanto pescare quello che c’è di buono da videogiochi come quelli citati, di per sé, non è un male. La storia e la narrazione sono gestite bene e hanno assolutamente del potenziale; riferimenti e autocitazioni da parte di Konami con il “suo P.T. sono perlopiù favorevoli.
Cosa è quindi The Short Message?
Silent Hill: The Short Message consiste in due tipi principali di gameplay che si “scambiano” in vari punti della storia. La prima è una sequenza di inseguimento “scappa dal mostro spaventoso”, che vede il giocatore trasportato in una versione di dimensione alternativa del condominio chiamato Otherworld.
Nell’Otherworld è presente un inquietante mostro con la testa ricoperta di fiori di ciliegio e avvolta da filo spinato che insegue costantemente Anita, e se il giocatore si avvicina troppo viene ucciso, costringendolo a ricominciare tutta la sequenza. Il tutto è contornato da citazioni alla trama stessa, ai temi trattati che evidenziamo essere l’autolesionismo, il suicidio e gli abusi su minori.
Perché evidenziarli? Sono temi molto attuali e delicati che potrebbero impressionare i più sensibili, pertanto ci si deve ricordare che i videogiochi a volte possono essere un medium che va oltre il semplice “giocare per divertirsi”. I videogiochi possono anche essere promotori di messaggi e situazioni, nel bene e nel male.
Ebbene, tali questioni a mio avviso vengono percorsi attraverso il cammino di Anita in modo abbastanza chiaro e toccante, stringendo un nodo alla gola da sciogliere a occhi lucidi. Non è banale, è importante perché si parla di una breve esperienza videoludica capace di arrovellare la mente nei drammi adolescenziali (e non) dei giorni nostri.
Il gameplay non è niente di esclusivo dei giochi horror degli ultimi dieci anni, ma i design di Ito, come sempre, sembrano gloriosamente inquietanti in questo titolo e il sound design e la colonna sonora del maestro Akira Yamaoka fa enormemente la differenza, capace di riportare alla mente l’angoscia che si provava nei vecchi capitoli.
Il secondo tipo di gameplay che il gioco include sono segmenti di esplorazione in prima persona abbastanza standard. Il giocatore non ha un vero inventario, solo un telefono cellulare che svolge la tripla funzione di dispositivo di comunicazione, una torcia elettrica e la schermata del menù che usi per rileggere i tanti ed esaustivi documenti trovati nell’ambiente.
Il gioco quando non mostra volti umani animati, sembra fantastico. Gli effetti di transizione dal mondo normale all’Otherworld in particolare sono impressionanti, con i corridoi normali che improvvisamente prendono vita come uno stadio pieno di persone che eseguono un’onda con enormi poster a forma di bulbo oculare con tanto di barriere di metallo e ruggine in stile pienamente Silent Hill.
Esistono anche sequenze FMV, tipicamente per i flashback, presentate meticolosamente in un modo che fa sembrare questi momenti distaccati dai personaggi del gioco vero e proprio. Date alcune animazioni di Anita nei filmati in cui il giocatore non è più in prima persona, probabilmente è meglio così in quanto non sono resi al meglio e a volte il lipsync sembra mancare.
L’efficacia della storia
Silent Hill: The Short Message ha qualcosa da dire. In un post sul blog di PlayStation che accompagnava il lancio del gioco, il produttore Motoi Okamoto ha dichiarato che il team ha finito per esaminare il modo in cui i giovani moderni comunicano online e tramite i telefoni, e il ruolo che potrebbe svolgere in una storia di horror psicologico.
C’è un momento all’inizio del gioco in cui Anita fissa la pagina dei social media della sua amica e si lamenta del fatto che sta guadagnando follower mentre Anita stessa continua a perderli. Commenti sgradevoli di troll e persone di cui si fidava compaiono sia sul suo schermo che sui graffiti e sui post-it che ricoprono le pareti dell’edificio.
È una storia su come le piccole cose possono svilupparsi nel tempo, su come le persone si sentono sopraffatte ma nascondono le loro paure e frustrazioni agli altri, su come solo perché qualcuno sembra avere una vita insieme non significa che lo facciano davvero.
È una storia sui personaggi e sulle conseguenze delle proprie scelte, sul suicidio e sulla lotta per rimanere fuori dalla spirale che i pensieri suicidi possono portare. Riguarda come una forma di trauma possa generarne un’altra anche quando facciamo del nostro meglio per evitare che ciò accada. È un peccato che il gameplay non offra molto oltre a questo.
Conclusioni
Per un gioco gratuito che mostra il primo assaggio di ciò che sarà il franchise, vale assolutamente la pena provare The Short Message. Questo non vuol dire che sia perfetto. Il gameplay “vai in giro e trova l’unico oggetto con cui interagire” non porta nulla di nuovo, e dopo essere stati catturati dal mostro due o tre volte le sezioni dell’inseguimento diventano più noiosi che spaventosi.
Il dialogo a volte è un po’ troppo appariscente e tutti i riferimenti ai social media che sembravano piuttosto importanti all’inizio vengono tranquillamente messi da parte una volta che la vera storia si rivela. Detto questo, è un inizio molto migliore di quanto avrebbe potuto essere, ed è innegabilmente il miglior nuovo inizio di Silent Hill dal 2014.
Silent Hill: The Short Message è scaricabile gratuitamente dal PlayStation Store a questa pagina.
L'oscurità della psiche
Pro
- Storia ben trattata e con molto potenziale
- Le autocitazioni e i riferimenti a PT sono sfruttati a dovere
Contro
- Non aspettarti un gameplay ben strutturato
- Alcuni animazioni facciali potevano essere curate meglio