D&D: Il Tesoro dei Draghi di Fizban – Recensione
È tempo di avventurarsi nella tana del Drago e rubarne il tesoro, in punta di piedi Fizban ci fa da cicerone per gli oscuri antri delle più leggendarie e iconiche creature dell'universo di Dungeons & Dragons.
Il Tesoro dei Draghi di Fizban è un manuale per la quinta edizione di D&D dal voluminoso numero di 224 pagine. Se l’acronimo D&D non vi è familiare, è presto rivelato. Sto parlando del gioco di ruolo cartaceo di Wizards of the Coast, che dal lontano 1974 delizia grandi e piccini inscenando epiche battaglie e gloriose avventure senza muoversi dal tavolo di casa.
Il giocare di ruolo si è evoluto in 50 di storia e c’è chi, come noi, approfitta dei più moderni mezzi tecnologici per giocare a grande distanza. Potete seguire sul nostro canale Twitch l’appuntamento settimanale dedicato a D&D, in questo preciso momento storico ci stiamo dedicando all’avventura “L’oscurità oltre Stregolumen”, meravigliosa avventura 5E ambientata tra il piano materiale e la Selva Fatata.
Visto l’enorme successo di quinta, in grado di riportare il brand ai vecchi fasti della gloriosa edizione 3.5, non poteva mancare un intero manuale dedicato alle creature più iconiche e affascinanti dell’universo fantasy. Sto naturalmente parlando dei Draghi e del meraviglioso Draconomicon dei tempi che furono. È tempo dunque di concentrarci sull’affascinante “Il Tesoro dei Draghi Fizban” ed esaminarne insieme il contenuto.
Come di consuetudine nei moduli di quinta, sarà un personaggio chiave dell’universo di D&D a farci da cicerone per le meraviglie ivi descritte. Sto parlando di Fizban il Favoloso, personaggio chiave nell’universo di Dragonlance, avatar del Dio Paladine e patrono dei Draghi benevoli. Chi meglio di lui può guidarci nel viaggio verso la scoperta dei mythoi più affascinanti di sempre?
Tutto ciò si traduce in numerosissime note firmate Fizban, che servono a dare colore e ironia a quello che altresì si presenterebbe come un lungo manuale tecnico relativo ad una presentazione piuttosto verticale dell’atlante geografico riguardante queste meravigliose creature alate.
Per il giocatore
Come ogni manuale che si rispetti, un piccolo ammiccamento iniziale è rivolto al giocatore, per poi tuffarsi in centinaia di pagine di approfondimento dedicato ad esclusivo appannaggio dei Dungeon Master sparsi per il globo terracqueo.
Al giocatore vengono offerte 3 nuove sottocategorie per il Dragonide: Gemma, Cromatico e Metallico, che aggiornano quanto presentato nel manuale base del giocatore. Per quanto concerne le classi, i fortunati a ricevere delle sottoclassi legate al mondo dei draghi sono il monaco che si arricchisce della “via del Drago ascendente e il ranger, che può divenire “Guardiano dei Draghi”.
Andando avanti nel manuale si aggiunge una sparuta sezione dedicata ad incantesimi aggiuntivi, doni draconici ed oggetti magici. La sezione dedicata al giocatore puro dovrebbe terminare qui. Nel manuale sono presenti anche innumerevoli accenni alla natura del mondo materiale, alla battaglia contro Tiamath con relativa cosmogonia del creato legata ai draghi.
Se siete giocatori potete continuare a leggere senza paura, questa disamina si mantiene rigorosamente spoiler free, sebbene i seguenti contenuti siano d’interesse esclusivo per tutti i DM che vogliono inserire in maniera profonda e coerente i Draghi nelle loro avventure.
Per il Master
Qui le cose si fanno interessanti. Sebbene ogni Dungeon Master sia libero di dar vita ai proprio mostri iconici e rendere uniche le proprie creature, il manuale non è assolutamente da disdegnare. Ogni categoria di Drago viene trattata a sé stante, andando ad approfondire tratti caratteriale, peculiarità e motivazioni, fornendo una sontuosa dose di spunti per spingerci oltre la caratterizzazione sommaria.
Se il diavolo si nasconde nei dettagli, da DM navigati siamo sicuramente al corrente che ogni campagna da noi scritta e curata in ogni suo dettaglio è sempre pronta a virare dal corso previsto a causa di azioni imprevedibili. Tratteggiare ancora più a fondo ogni aspetto della propria avventura è fondamentale al fine di non deludere le aspettative del party, ma rimanere coerenti con l’universo.
In questo caso il manuale è perfetto per rispondere a domande o imprevisti, o dar vita velocemente a feroci mastodonti alati con intenzioni e background coerenti. Ogni tratto caratteriale, gli ideali, il tesoro e gli spunti per l’avventura sono sia elencati che randomizzabili grazie a splendide tabelle chiare e di pronto utilizzo.
A tutto questo ben di Pelor andiamo ad aggiungere il sistema delle tane, rappresentate da piccole mappe schematiche e spunti di poteri e posizionamento per renderle vive e credibili, dopotutto chi non ha mai sognato di intrufolarsi nel sancta sanctorum di un drago per rubarne il più prezioso tra i tesori? Di certo Bilbo Baggins!
Come se tutto questo non bastasse ad arricchire e completare la formula troviamo un elenco di nuovi mostri ben raggruppati e con schede chiarissime e pronte all’uso. Il bestiario draconico è ricco come non mai.
Ho tra le mani un manuale importante, la cui presenza è imperativa nella collezioni degli appassionati di Dungeons & Dragons. Dopotutto stiamo parlando della nuovo Draconomicon, ricco di spunti, personalizzazioni, approfondimenti, classi, creature e quant’altro. L’unica perplessità che nutro è proprio nel titolo del manuale, dove Fizban è troppo in risalto rispetto allo scopo e alle finalità del tomo, un titolo più solenne e dragheggiante avrebbe reso maggiormente giustizia a questo imperdibile compendio.