The Lord of The Rings: Gollum – Recensione
Annunciato nel 2019 e rinviato fino a maggio 2023 The Lord of The Rings: Gollum è finalmente tra noi ed è pronto a riportarci nel fantastico mondo di Tolkien in un’avventura che approfondirà la storia del povero Gollum a partire dalla perdita dell’Ultimo Anello passando per i più importanti episodi descritti nelle opere di Tolkien mai visti finora in formato audiovisivo.
Dedicare un titolo a Gollum, personaggio amatissimo dei fan (e prima candidatura al premio Oscar per un personaggio realizzato in CGI) potrebbe essere la formula vincente per realizzare non solo un’ottimo titolo ma anche per espandere un universo narrativo complesso come quello regalatoci da J.R.R.Tolkien. Un titolo che promette così tanto rischia di non riuscire a mantenere le alte aspettative, come se la cava quindi The Lord of The Rings Gollum?
Ritorno nella Terra di Mezzo
I ragazzi di Deadalic Entertainment con The Lord of The Rings: Gollum ci riportano nella Terra di Mezzo nei panni di Gollum, uno dei personaggi più interessanti dell’universo narrativo di Tolkien con lo scopo di approfondire quanto ciò sia accaduto dopo che Bilbo Baggings ha sottratto l’anello (il tessssoroh) del povero Smeagol: ci si trova quindi a vivere un’avventura ambientata parallelamente durante i fatti narrati de Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello ed è quindi fortemente consigliato aver visto tutti i film o letto i capolavori di Tolkien per capire al meglio cosa sta succedendo.
Per chi non conoscesse la storia Gollum, anzi Smeagol è un Hobbit corrotto dalla potenza e dal fascino dell’Ultimo Anello il quale verrà sottratto da Bilbo Baggins per poi finire nelle mani del cugino adottato Frodo. La storia narrata in Lord of The Rings: Gollum però non viene toccata dai film ed è quindi una delle prime trasposizioni audiovisive della storia di Gollum. I ragazzi di Deadalic hanno seguito fedelmente quanto scritto nella narrazione di J.R.R.Tolkien e quindi il giocatore sarà portato a rivivere iconici momenti della vita del povero Hobbit come la fuga da Mordor, la prigionia e gli scontri col Demone Shelob (già visto in L’ombra della guerra).
Dal punto di vista narrativo la storia di The Lord of The Rings: Gollum segue alla parola i testi originali di Tolkien ma dal punto di vista registico si poteva fare decisamente di meglio in quanto togliendo le cutscene i dialoghi tra Gollum (doppiato da un’eccellente Liam O’Brien) e gli altri personaggi risultano essere dannatamente macchinosi e certamente l’aspetto grafico non aiuta… a quello ci arriviamo più tardi.
Un gameplay antico
Dal punto di vista del gameplay The Lord of the Rings: Gollum è un disastro. Il titolo è un gioco di azione-avventura in cui principalmente il giocatore sarà chiamato ad arrampicarsi, pedinare e risolvere “puzzle” spesso poco intuitivi e glitchati, raccogliere sassi da lanciare per distrarre i nemici e cibo per ripristinare la salute: tutte meccaniche già viste in centinaia di altri titoli e qui riproposte senza una propria identità e in una veste pesante, ripetitiva e arcaica.
L’intelligenza artificiale è imbarazzante tantoché spesso nelle fasi stealth Gollum non sarà notato anche se salterà in testa agli orchi che lo stanno cercando, non mancano momenti scriptati che non si avviano interagendo con l’oggetto richiesto, checkpoint che a volte faranno rigenerare il giocatore in punti avanzati della mappa o di fronte ai nemici, loop di morte (e non è Deathloop) ma soprattutto decine di crash nei primi capitoli (in un ora e mezza di gioco nelle fasi iniziali 10 crash su PlayStation 5).
The Lord of the Rings: Gollum si presenta in condizioni quasi inaccettabili e quindi si deve sperare in una patch del Day One che corregga questi gravissimi problemi tecnici. La parte più interessante del gioco è la dualità Smeagol/Gollum che risulta essere veramente ben realizzata, infatti spesso per prendere delle decisioni che ricadranno più che altro sui personaggi secondari il giocatore dovrà prendere parte a un minigioco in cui effettuando delle scelte si dovrà cercare di rendere dominante una personalità per persuadere l’altra e puntare così alla scelta sperata.
Artisticamente Degno?
In generale i dialoghi (meno la loro applicazione in game spesso macchinosa) e i personaggi sono molto ben realizzati, decisamente no invece i modelli che si presentano con texture spesso tirate e animazioni facciali che ricordano i primi giochi per PlayStation 3. I Paesaggi della Terra di Mezzo migliorano la situazione però è grave il fatto che in un titolo del 2023 soprattutto non open world e su console Next Gen ci si ritrovino texture a bassissima risoluzione in più di un’occasione. The Lord of the Rings: Gollum su Xbox Series X e PlayStation 5 offre tre modalità grafiche: Qualità, Performance e Performance con Ray Tracing.
- Qualità: 4K a 30 fps
- Performance: 1440p 60 fps in generale stabili (consigliata)
- Performance con Ray Tracing: 60 fps, Ray Tracing, meno dettagli su schermo (sconsigliata vista la qualità del Ray Tracing)
Consiglio di giocare in modalità Performance per un framerate in generale stabile, inoltre dalle impostazioni grafiche sarà possibile attivare la “simulazione della fisica dei capelli” di Gollum che è meglio disattivare in quanto molto probabilmente contribuisce ad appesantire il gioco che al momento non è il massimo della stabilità.
Completamente assente il supporto al Dualesense su PlayStation 5 che si limita alla classica vibrazione quando si attesta dopo un salto o si interagisce con qualcosa. La longevità si attesta sulle 10 ore con una rigiocabilità abbastanza scarsa.
The Lord of The Rings: Gollum è una delle più grandi occasioni sprecate dell’anno. Una storia così interessante e fedele alla mastodontica opera di Tolkien non può essere proposta in questo modo. Al momento decine di bug gravi affliggono il gioco per non parlare dei deathloop generati da checkpoint inseriti a caso e dei frequenti crash soprattutto nei primi capitoli. La formula del gameplay è noiosa, ripetitiva a lungo andare e priva di una sua identità. Molto interessante la dualità Gollum-Smeagol, merito anche dell’eccellente doppiatore.
(Non) il mio tessssoro.
Pro
- Fedele alle opere di Tolkien
- La dualità Smeagol-Gollum
Contro
- Tecnicamente disastroso
- Ripetitivo e vecchio
- Graficamente quasi inguardabile