YS IX: Monstrum Nox – Recensione PS5

YS IX è un titolo relativamente controverso all’interno della longeva serie di Nihon Falcom. Per alcuni è un calo netto rispetto all’ottavo capitolo, considerato da molti il capolavoro della serie, per altri una buona ventata d’aria fresca dopo tanti titoli molto simili. Personalmente sono sempre stato nella seconda categoria, tuttavia grazie a una terza run, fatta nella nuova remaster PS5, mi sono reso conto di alcuni dei limiti di YS IX: Monstrum Nox, in particolare in quanto a pacing. Detto ciò, il gioco rimane un prodotto di ottima fattura ed ennesimo centro di una compagnia di modeste dimensioni, ma con un portfolio JRPG e Action JRPG di tutta invidia.

Prima di entrare nei dettagli del gioco, una breve parentesi sulla nuova remaster. La versione Playstation 5 di YS IX: Monstrum Nox è ottima, risolve vari piccoli problemi di stuttering dell’originale e pulisce bene l’immagine grazie alla risoluzione aumentata. Detto ciò, non si tratta di qualcosa di particolarmente impattante, quindi non mi ci concentrerò troppo. Si tratta sicuramente della versione definitiva del gioco, semplicemente l’upgrade è ignorabile, in linea con quello dell’ottavo capitolo.

L’avventura di Adol in YS IX: Monstrum Nox è tra quelle narrativamente più impegnate, tanto da ricordare in struttura più la serie The Legend of Heroes (sempre Falcom) che i titoli precedenti. Intrappolato in una città goticheggiante, Adol verrà prima imprigionato nella misteriosa prigione di Balduq, poi trasformato in un Monstrum da una donna chiamata Aprilis che lo obbligherà ad aiutarla a combattere le creature note come Nox. A differenza di molti altri YS, specie in epoca moderna, l’obiettivo non è (almeno non subito) l’esplorazione di territori sconosciuti all’insegna dell’avventura, ma la conquista di specifici dungeon e raid per ampliare la mappa di gioco e eradicare i Nox.

Proprio per questo ho paragonato YS IX: Monstrum Nox ai The Legend of Heroes; il gioco è diviso nettamente in 2 fasi: prima una sezione dedicata a missioni secondarie, approfondire il rapporto con i personaggi in giro per il mondo, potenziarsi e “ripulire” vecchie zone, la seconda in cui si sbloccherà una nuova parte della città e un nuovo dungeon, nel quale la narrativa proseguirà. Si tratta della stessa formula utilizzata dai The Legend of Heroes sin dall’epoca di Trails in the Sky e la presenza di molti più dialoghi e cutscene del solito aumenta ancora di più la sensazione che YS IX sia stato concepito più come un gioco della serie gemella piuttosto che come un “puro” YS. La cosa a me non dispiace, dopotutto il cast è ottimo e la narrativa intrigante con dei bei climax specie sulle fasi finali.

Tuttavia è innegabile che YS IX: Monstrum Nox sia un gioco un po’ troppo lento. Il nucleo di ciò che rende il brand divertente, l’esplorazione e l’unione di meccaniche metroidvania a un gameplay Action JRPG dinamico, è presente, ma prima di vederlo brillare serviranno diverse ore di gioco, più di quante ne servono per completare una run di YS Origins. Questo è dovuto sia alle tante cutscene che alla struttura della città, dalla quale non possiamo uscire per diversi capitoli. Fortunatamente ho apprezzato moltissimo l’approccio al level design del titolo, con focus principale su verticalità che permettono a ogni zona di nascondere molti segreti divertenti da scovare. 

Infatti un punto di forza a mio parere poco considerato di YS IX è il suo feeling “collectathon”. Ogni area di gioco ha moltissimi collezionabili, nascosti con maestria per non essere mai frustranti da cercare e che ricompensano immensamente la loro scoperta. Nonostante ci si metta parecchio ad arrivare alle sezioni più aperte e classiche di YS IX: Monstrum Nox (dove, lo ammetto, il gioco brilla più che in ogni altra parte) mi son sempre divertito a esplorare Balduq grazie alle abilità di movimento e i collezionabili. Questo aiuta anche al fare più volentieri le secondarie, che a loro volta approfondiscono i personaggi principali e secondari, il quale alla fine contribuisce a creare i climax narrativi di fine gioco.

Sotto questo punto di vista, ritengo che la formula adottata funzioni molto bene, tuttavia rende Monstrum Nox molto meno rigiocabile che altri capitoli come Lacrimosa of Dana, Origins o Memories of Celceta. L’esplorazione verticale ha anche il graditissimo effetto di creare dungeon molto originali, che personalmente reputo tra i migliori della serie, superati nettamente solo dalla torre nella quale si svolge per intero YS Origins.

Il gameplay è rimasto essenzialmente invariato da YS VIII: Lacrimosa of Dana, quindi vi invito a leggere la mia recensione di quel titolo, in quanto mi ripeterei parola per parola. In breve, è uno dei pochissimi Action JRPG ad aver creato una proprio formula funzionante e posso dire che nonostante molte run sia su questo titolo che sui precedenti, il sistema di combattimento è ancora divertente. La colonna sonora è classica eccellenza firmata Nihon Falcom, accompagna benissimo il gameplay ma si tratta anche di tracce godibilissime persino se slegate dal loro contesto videoludico. Esteticamente sono fan dei design gotici, tuttavia l’impatto grafico è come al solito non dei migliori, altra cosa classica per i titoli Falcom specie considerando come arrivino in occidente in ritardo.

YS IX: Monstrum Nox è un ottimo Action JRPG, con meno rigiocabilità di altri titoli della serie ma con una narrativa più impattante di molti suoi predecessori. La versione PS5 è il modo migliore di recuperarlo, tuttavia le migliorie non sono particolarmente importanti. Nel caso non l’abbiate giocato, non possiamo che consigliarvelo senza riserve.