Dream Engineering: Il futuro dell’esperienza ludica

Almeno una volta nella vita tutti abbiamo sognato, e probabilmente ci è anche piaciuto! Il sogno è una essenziale attività cerebrale che ci permette di ricordare meglio e più a lungo ed è coinvolto nei processi decisionali e creativi in quanto i suoi materiali grezzi sono le nostre esperienze e le nostre emozioni.

Il sogno è fin dall’antichità circondato da un’aura di mistero e sacralità: ciò che avviene in sogno, infatti, non rispetta le regole della logica e della fisica della realtà che percepiamo quando siamo coscienti, permettendoci così di avere accesso a esperienze alle volte illuminanti e altre volte molto inquietanti.

Tuttavia, meno romanticamente, il sogno è un prodotto di quel particolare stato di (in)coscienza nel quale trascorriamo un terzo della nostra vita, il sonno, sul quale la ricerca scientifica ha posto crescente interesse. Negli ultimi anni, infatti, si sta formando una nuova branca della scienza al confine tra psicologia, neuroscienze, medicina e ingegneria informatica: la dream engineering.

Cosa è la dream engineering?

La dream engineering (ingegneria dei sogni) si occupa dello sviluppo di protocolli, tecniche e devices che permettono di agire sullo stato di sonno del soggetto e di manipolarlo. Dal punto di vista medico, la dream engineering si propone come un trattamento alternativo per le patologie psichiatriche e per le dipendenze ma, secondariamente, apre anche una porta su un nuovo spazio della nostra coscienza nel quale avere accesso a esperienze di vario tipo.
Risulta chiaro come questo possa essere il naturale (se così possiamo definirlo) sviluppo dell’esperienza che oggi proviamo quando indossiamo un visore VR.

La ricerca scientifica, in questo momento, è ancora nelle sue prime fasi in quanto la scienza è giovane ma già ora si sono ottenuti risultati nel trattamento di dipendenze come il tabagismo utilizzando un dispositivo che permette di somministrare, durante il sonno del soggetto, unitamente all’odore di tabacco, un odore sgradevole. I risultati sono promettenti: i soggetti sottoposti al trattamento, nei giorni successivi, fumavano un minor numero di sigarette rispetto a soggetti ai quali era stato sottoposto lo stesso trattamento durante la veglia. Qui l’abstract della pubblicazione scientifica.

Potenzialità e pericoli

Le potenzialità sono infinite. Attraverso il particolare sviluppo di wearables che oggi fanno sempre più parte della nostra quotidianità (smartwatch, auricolari, smart rings e forse, un domani, anche interfacce aptiche) potrebbe diventare possibile, appunto, l’ingegnerizzazione dei sogni: la creazione di esperienze che potremo vivere in prima persona all’interno di una realtà virtuale costruita ad hoc per implementarsi nel nostro mondo onirico. Il coinvolgimento personale sarà totalizzante.

Risulta tuttavia evidente che infiniti sono anche i pericoli. Proprio per la natura totalmente immersiva del sogno, esperienze molto forti possono creare grande stress e potenzialmente danni di natura psichica.
Si configura inoltre la possibilità dell’utilizzo degli spazi onirici a scopo persuasivo o pubblicitario, invadendo luoghi della nostra coscienza che fino ad ora sono stati liberi da questo genere di influenze. Già ora studi hanno dimostrato come sia possibile indirizzare la scelta del consumatore su uno specifico prodotto presentandolo durante il sonno. Qui l’articolo).

Le applicazioni sono molto promettenti e altrettanto pericolose, per questo motivo, con lo sviluppo della ricerca, la comunità scientifica che si occupa di dream engineering sta redigendo una serie di linee guida etiche con le quali si impegna a perseguire scopi che non siano nocivi e che tutelino il benessere e la salute degli esseri umani. Potete consultarle, se interessati, a questo link.

E voi? Sognate spesso? Vi piacerebbe provare una esperienza immersiva simile?