Void Terrarium 2 – Recensione
Se mi chiedessero di descrivere Void Terrarium 2 con una frase direi una cosa del genere: Cult of the Lamb si incrocia con NieR: Automata che poi si sposa con un Tamagochi che però si accoppia con Crypt of the NecroDancer. Il prodotto di questo loschissimo rapporto proibito è una coppia di pargoli chiamati Void Terrarium. Più o meno questa è la prima cosa che ho pensato vedendo le immagini del gioco e poi provandolo per una ventina di ore. Ma andiamo con calma perché NIS (Nippon Ichi Software), software house giapponese attiva dal 2004, è una di quelle che non le manda a dire quando si tratta di realizzare videogiochi atipici e Void Terrarium 2 non fa assolutamente eccezione.
Una favola dalle tinte cupe
Il robottino Robbie e la sua piccola amica umana Toriko ritornano per una nuova avventura, affiancati ancora una volta dalla fidatissima FactoryAI, intelligenza artificiale amica e di fondamentale importanza per la sopravvivenza dei nostri protagonisti in un mondo cupo e desolato. La storia di Void Terrarium 2 prende il via dalla fine del primo episodio, Robbie e Toriko si godono un periodo di serenità dopo esser sopravvissuti a innumerevoli pericoli ma sfortunatamente la tranquillità guadagnata è destinata a scemare e di colpo ci troveremo nuovamente catapultati in una situazione di pericolo: Toriko si ammala nuovamente, questa volta a causa di un male sconosciuto che le provoca addirittura il distaccamento degli arti, aprendo la possibilità che infondo infondo non sia così umana come sembra… e in effetti sembra quasi scontato considerando che le cresce un fungo nell’occhio.
Comunque, ecco quindi che FactoryAI e Robbie si metteranno in moto per recuperare tutto il necessario per sintetizzare una cura temporanea alla malattia e salvare nuovamente la loro piccola amica. Così ricomincia il nostro viaggio nelle Wastelands: fetide terre abbandonate in cui nessun uomo esiste più, l’umanità è solo un ricordo il cui lascito è rappresentato da una landa desolata e tossica, popolata unicamente da crudeli macchine, esserini organici fastidiosi che sono riusciti ad adattarsi alla nuova natura e da alcuni robot semi-senzienti chiamati CloudAI. E qui mi fermo per evitare spoiler, sì perché la storia di Void Terrarium 2 è sinceramente davvero interessante, una dolcissima favola dark con punte di cyberpunk che vale la pena scoprire in maniera graduale e che non potrà non suscitare interesse e stimolare la fantasia di un qualsiasi appassionato di fantascienza, chi scrive ci ha visto anche strizzate d’occhio a William Gibson.
Un gameplay variegato
Ma arriviamo a parlare dello stile di gioco vero e proprio, reale punto su cui focalizzarsi analizzando un titolo così particolare. Void Terrarium 2 si configura come un incrocio (anche sufficientemente riuscito) tra un dungeon crawler con elementi roguelike, uno strategico a turni e un gestionale, e tutti questi elementi riescono incredibilmente a stare insieme in maniera piuttosto naturale anche se a un primo approccio questo miscuglio di generi potrebbe far storcere il naso.
Il titolo si compone principalmente di due schemi di gioco, uno realizzato in grafica 2D con uno stile cartoon dai colori tetri, il Terrarium, e uno creato in 3D con uno stile isometrico, le Wastelands, rappresentate da pericolosi dungeon da esplorare per ottenere preziose risorse.
Il Terrarium è un vero e proprio hub da cui partiremo per le nostre spedizioni e in cui torneremo al loro completamento (o alla morte). Qui dovremo prenderci cura di Toriko e della sua capsula di sopravvivenza nutrendola, curandola, e occupandoci delle “faccende di casa”: sarà importantissimo infatti mantenere in buone condizioni la casetta della nostra amica umana, pulire l’ambiente per evitare un innalzamento dei livelli di contaminazione causato dalle spore tossiche presenti nell’aria, ma anche abbellire il luogo ameno di Toriko costruendo oggetti di arredamento o utilità importanti per la gestione di temperatura e umidità come lanterne o deumidificatori, elementi chiave all’interno della meccanica di coltivazione della vegetazione.
Una corretta gestione del Terrarium renderà Toriko di buon umore facilitandone la sopravvivenza durante le nostre intense spedizioni nei dungeon ma ci darà anche modo di giocare con il simpatico sistema di crafting delle risorse tutt’altro che opzionali, mentre infatti abbellire la stanza di Toriko potrebbe sembrare superfluo, creare gli oggetti utilizzabili nell’editor del Terrarium sbloccherà potenziamenti permanenti per Robbie, permettendoci di affrontare i dungeon con maggior tranquillità, ecco che diventa quindi davvero stimolante continuare a trovare modi per ottenere i blueprint necessari per aumentare attacco, difesa, vita e altre caratteristiche del nostro piccolo robot.
La progressione vera e propria della storia avverrà però esplorando le zone esterne al Terrarium seguendo le indicazioni di FactoryAI ed ecco che da gestionale il gioco si trasforma in un dungeon crawler con chiari elementi roguelike. Le run all’interno di questi labirinti saranno frequenti e necessarie per procedere lungo l’arco narrativo raggiungendo luoghi chiave ma anche per guadagnare risorse per il crafting: ogni oggetto che troveremo all’interno dei dungeon potrà sia essere utilizzato sul campo di battaglia (parliamo di pozioni, granate, bombe fumogene o armi e scudi equipaggiabili) sia trasformato in risorsa consumabile per la creazione di utilità una volta rientrati al Terrarium. Alcuni oggetti, come per esempio il cibo per Toriko, potranno essere stoccati in una comoda cassaforte e utilizzati alla prima necessità, tutti gli altri verranno convertiti in automatico al termine della spedizione in risorse organiche, inorganiche, energetiche e contaminate. Queste verranno conservate sia che si completi con successo la run nel dungeon di turno sia che si resti uccisi dai nemici in cui ci imbatteremo. Le spedizioni vedranno Robbie ripartire sempre dal primo livello per poi salire guadagnando esperienza grazie all’uccisione dei nemici sul campo. Da questo punto di vista il gioco è identico a tanti altri roguelike, man mano che avanzeremo nei dungeon sbloccheremo abilità casuali in grado di potenziare le nostre caratteristiche ma che non saranno cumulabili spedizione dopo spedizione e si resetteranno ogni volta.
Combattimento strategico a turni
Percorrere i dungeon però non è così semplice come sembra. Il gameplay del combattimento è di matrice strategica a turni e ogni mossa deve necessariamente essere soppesata con attenzione pena la prematura sconfitta. Il protagonista e i nemici si muovono come fossero pedine su quella che di fatto è una scacchiera, qualsiasi azione venga compiuta rappresenta un turno, ogni movimento, ogni utilizzo di un consumabile, ogni attacco consumerà un turno, dovremo quindi capire come muoverci in modo da configurare il campo di battaglia a nostro favore, anche perché a ogni nostro movimento corrisponderà anche uno spostamento dei nemici in nostra direzione, rendendo talvolta davvero complesso uscire indenni dagli scontri.
Come se non bastasse, per aumentare la complessità delle run nei dungeon di Void Terrarium NIS si è inventata un modo per limitare il tempo a nostra disposizione, lo fa in due modi a dire la verità. Il primo è rappresentato banalmente dallo scorrere del tempo (con il tic ogni cinque piani di dungeon completati) e dalla necessità di prendersi cura di Toriko, il cui stato di salute ci verrà costantemente mostrato grazie a una simpatica schermata simile a un Tamagochi posizionata in basso a sinistra all’interno dell’hud.
Grazie a questo overlay potremo sapere quando la ragazza avrà fame o richiederà di ripulire la sua casa di vetro dalla sporcizia, azioni che per essere definitive dovranno essere compiute nel Terrarium lasciando la spedizione, anche se avremo la possibilità di tamponare la situazione direttamente dal dungeon consumando però parte della batteria di Robbie. Nella parte superiore dello schermo ci verranno mostrate infatti due barre, una fucsia e una gialla, la prima rappresenta la vita di Robbie, la seconda invece la sua batteria. Ed ecco la seconda meccanica con cui gli sviluppatori hanno deciso di limitare la durata delle spedizioni, la barra della batteria infatti non solo si consumerà aiutando Toriko o utilizzando alcune abilità speciali in combattimento ma si svuoterà costantemente turno dopo turno rappresentando in sostanza una specie di timer. Potremo comunque recuperare carica grazie ad alcuni oggetti disponibili come loot durante la spedizione, se saremo abbastanza fortunati da trovarne.
Artisticamente ispirato ma…
Void Terrarium 2 è chiaramente un gioco degno di nota, abbastanza ispirato e molto piacevole da un punto di vista artistico, condito da scelte narrative e di gameplay intriganti, però ci sono un paio di ma, grossi ma.
Ci ho pensato e ripensato perché secondo me non si può voler male a un gioco come questo, rilassante ma allo stesso tempo ricco di piccole sfide, se però in prima battuta rimaniamo folgorati dall’ambientazione e dalle vibrazioni da fantascienza distopica stemperata con la dolcezza di un film Pixar (Wall-E, sei tu?), dopo una manciata di ore ci rendiamo conto che Void Terrarium 2 si regge interamente sulla narrazione evocativa più che sul gameplay, questo infatti spedizione dopo spedizione diventa ripetitivo e caratterizzato da ambientazioni e scontri tutto sommato uguali e semplici una volta che si è entrati in confidenza con il sistema di gioco. La nota positiva però è che nonostante la ripetitività la voglia di progredire resta alta perché la storia è degna di esser vissuta e vogliamo assolutamente sapere dove andrà a parare.
Il primo ma è quindi la ripetitività delle meccaniche di gioco, divertenti ma stancanti dopo una quantità di ore tutto sommato contenuta, il secondo grosso ma, tenetevi forte per bene, è che Void Terrarium 2 è identico in tutto e per tutto al primo capitolo. Ebbene sì, avete capito bene. Non so se mi sono perso qualcosa io o cos’altro, ma sono rimasto realmente colpito da questo dettaglio decisamente non trascurabile. Certo, alcune meccaniche nuove ci sono e man mano che procederete con la storia vi verranno svelate, ma per tutto il resto è esattamente lo stesso gioco, anche da un punto di vista tecnico, stesso stile grafico, stesso stile sonoro (bello, ma anche qui ripetitivo), stessa interfaccia grafica, tutto. E in effetti non è passato nemmeno tanto dalla pubblicazione del primo capitolo avvenuta solamente nel corso del 2020, facilissimo quindi pensare che abbiano semplicemente riciclato tutti gli asset e proseguito la storia provando a cavalcare l’onda del piccolo riscontro ottenuto con la prima parte. Squadra che vince non si cambia, diciamo.
Void Terrarium 2 è troppo grande per essere concepito come un DLC e dubito che avrebbe anche solo avuto senso pensare di pubblicare un’espansione per un titolo così di nicchia, allo stesso tempo però il fatto che sia stata proposta la stessa identica formula con una storia nuova mi rende sinceramente perplesso. Detto questo Void Terrarium 2 non è un titolo da lasciar perdere se si è appassionati del genere ed è degno di essere giocato perché nonostante i suoi limiti è in grado di regalare piccole emozioni e grandi soddisfazioni, Robbie, Toriko e FactoryAI in questo colpiscono pienamente nel segno risultando simpaticissimi e dolci compagni di qualche serata, non aspettatevi però qualcosa in grado di lasciare veramente il segno, nel giro di qualche settimana sarà soltanto un flebile dolce ricordo.
Void Terrarium 2 sarà disponibile dal 3 marzo 2023 su PlayStation 4 e Nintendo Switch.
Se siete appassionati di dungeon crawler e adorate prendervi cura di personaggi pucciosi con una buona estetica giapponese Void Terrarium 2 si configura come una piacevole compagnia per qualche serata, non aspettatevi però sfide di chissà quale livello e nemmeno la nuova perla del genere.
Pro
- Storia semplice ma affascinante
- Gameplay divertente
- Nessun problema tecnico riscontrato
- Rilassante per essere un dungeon crawler
Contro
- Praticamente identico al primo
- Ripetitivo alla lunga
- Troppo semplice per un appassionato del genere