NBA 2K23 – Recensione
Come ogni anno non può mancare il titolo di basket più amato dai fan: sto ovviamente parlando di quello di Visual Concepts, NBA 2K23, che torna con tante novità e migliorie.
Molti titoli sportivi (in primis NBA 2K) hanno raggiunto nel corso degli anni uno standard grafico e tecnico altissimo, il che rende difficile migliorarsi nel giro di un anno. Bene, questo non è il caso di NBA 2K23, che porta grandi novità e migliorie al suo predecessore NBA 2K22 oltre ad aggiungere una modalità storia dedicata alla leggenda Michael Jordan.
Gameplay più “realistico”
Il gameplay di NBA 2K23 è il medesimo dei titoli passati, ma è reso migliore da tante piccole aggiunte. Salta subito all’occhio che sono state aumentate le animazioni nelle fasi difensive e offensive; inoltre molti giocatori hanno una propria personalità nei tiri, nelle espressioni facciali e nel loro modo di muoversi in campo.
I tiri dalla distanza vedono un rinnovamento del cursore della potenza e, sebbene sia molto simile al passato, il gioco porta cambiamenti importanti anche alle fasi offensive rendendole più simili alla realtà di quanto siano mai state. Ora sarà possibile “personalizzare” le schiacciate: in base a come si muoverà lo stick destro il giocatore potrà schiacciare veloce a due mani, con presa a canestro, con mano debole ecc.; questa funzione era già presente in titoli passati della serie ma da ora in poi sembra che le verrà data più importanza: nulla di incredibilmente entusiasmante, ma sicuramente un ulteriore passo verso la ricerca del realismo in tutti gli aspetti.
Sono state aggiunte anche tante nuove skill, non solo estetiche ma molto utili per retrocedere o spostarsi lateralmente. I miglioramenti sono molti anche sul lato difensivo dove risultano aggiornate ad esempio le stoppate (difficilmente ora le guardie piccole riusciranno a bloccare i tiri avversari) e le palle rubate. Tante piccole rifiniture che nel complesso fanno la differenza (pur non allontanandosi troppo dal titolo precedente).
Jordan Challenge e la City
Oltre alle piccole ma importanti migliorie a livello di gameplay, a livello contenutistico quest’anno c’è un grande passo avanti. La Jordan Challenge (già presente in NBA 2K11 ma ora migliorata con 5 partite inedite) è un’aggiunta che ho molto apprezzato: si giocheranno 15 partite storiche che ripercorrono la carriera di Michael Jordan, una delle più grandi leggende della pallacanestro. Sono presenti tanti filmati inediti e interviste a tanti ex giocatori tra cui icone del Basket come Kareem Abdul-Jabbar e Dennis Keith Rodman. Le partite presentano un’ interfaccia dedicata in base al periodo in cui si sono svolte e in quelle più datate c’è uno spettacolare effetto sgranato (disattivabile dalle opzioni) che riporta la mente alle televisioni di decine di anni fa.
La City (disponibile solo su dispositivi Next Gen) presenta le stesse meccaniche di NBA 2K22 con grandi miglioramenti specialmente negli spostamenti e nel modo in cui è proposta la mappa di gioco. Finalmente ci si potrà spostare più velocemente tra la City, sia a piedi che attraverso le stazioni della metro (viaggio rapido), inoltre la mappa risulta essere più contenuta e compatta ma non per questo peggiore delle passate City, anzi.
Quest’anno la modalità MyTeam (il Fut di NBA) è stata cambiata grazie ai suggerimenti dei giocatori: i contratti sono stati completamente rimossi ed è stata inserita la modalità Triple Treath Online, una Co-op in cui si potrà giocare con altri 2 amici e sfidare un altro team da 3 giocatori. Per il resto le meccaniche sono le solite e quindi apprezzate, peccato per le microntransazioni che come sempre rendono chi paga parecchio in vantaggio rispetto agli altri. D’altra parte il mercato degli sportivi ci ha portati a questo e credo che almeno per un lungo periodo resteranno padrone su titoli del genere.
Grafica e tecnica al top
Graficamente NBA 2K23 punta molto in alto: i modelli già eccellenti di NBA 2K22 sono stati ancor più definiti e alcuni giocatori (sostanzialmente quelli con overall più alto, i più celebri) sono a pochi passi dal fotorealismo grazie a delle texture spaventose e alla loro personalità ora migliorata; esempio lampante è Stephen Curry col suo paradenti quando effettua il tiro libero. Anche le espressioni facciali sono migliorate e si nota sia in partita che durante la modalità carriera, finalmente i volti delle giocatrici della WNBA si avvicinano di più alla realtà.
La resa grafica del campo di gioco è eccellente specie nei riflessi del parquet e nel pubblico che sembra sempre denso e partecipe alla partita, il tutto ancorato ai 60 fps (stabili) e 4K dinamico in un’immagine pulita. Le interfacce sono di nuovo cambiate e ora risultano molto più definite e minimaliste; sono state aggiunte anche diverse esibizioni tra un quarto e l’altro, tutte molto ben strutturate e divertenti. Sonoro ottimo tra pubblico, rimbalzi di palla, fruscio della retina del canestro ed effetto delle scarpe sul parquet.
NBA 2K23 è l’appuntamento fisso per i fan del basket. Quest’anno si presenta in ottima forma con tanti piccoli miglioramenti che insieme fanno la differenza e una grafica che punta alla perfezione. Da apprezzare la rivisitazione della City e la Jordan Challenge con le sue atmosfere “retrò”. Finalmente sono stati rimossi i contratti dalla modalità MyTeam, ma purtroppo anche stavolta grazie alle microtransazioni chi paga è in netto vantaggio… ma questa è una palla (non da basket) che ci porteremo al piede per un lungo periodo.
Pro
- Tantissime migliorie
- Grafica fotorealistica in ogni aspetto
- La Jordan Challenge e le modifiche alla City sono ottime novità
Contro
- Le microtransazioni portano di molto in vantaggio chi paga
- Qualche piccolo bug nella Jordan Challenge